1 Ottobre 2016 - 8.00

EROTICO VICENTINO: UNA VITA DA SEXY CHAT-GIRL

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“Tutto è iniziato un paio d’anni fa, quando stanca di lavorare anche oltre le 12 ore al giorno per compensi ridicoli, ho iniziato ad informarmi sul mondo delle chat-girl, chiamiamole così”.
Adele (nome di fantasia – ndr) è una vicentina che vive negli Stati Uniti fin da quando aveva 10 anni, trasferita lì per gli impegni lavorativi dei genitori.
A 30 anni e si è laureata in legge con il massimo dei voti, e, dopo una fase iniziale di praticantato in uno studio di avvocati di New York, voleva dare una svolta alla sua vita.
E così è stato: alla ricerca di una maggior remunerazione e di un numero più basso di ore di lavoro al giorno, Adele ha mosso i suoi primi passi nella sfera hot della rete semplicemente da curiosa, per poi interessarsi a quello che, in breve tempo, sarebbe diventato il suo lavoro principale, almeno dal punto di vista economico.
“Passavo ore nelle chat per vedere chi ci lavorava, come erano queste ragazze capaci di stimolare il desiderio e l’eccitazione maschile, e quali fossero le loro strategie. In pratica ho fatto un analisi di mercato.
Un giorno, poi, ho incontrato una chat-girl che a sua volta era incuriosita perché di donne, in queste stanze virtuali, se ne vedono davvero poche: sono entrata in confidenza, ci siamo incontrate e mi ha reclutata, diciamo così.
Dopo una settimana mi ritrovavo a lavorare secondo i miei orari, da casa e ben stipendiata. Oggi arrivo a guadagnare veramente tanto e senza che le giornate scivolino via nel solo impegno lavorativo”.
Già perché Adele oggi fa la chat-girl, usa la videochat senza essere troppo svestita (non necessariamente in lingerie o costume da bagno) e i suoi interlocutori sono uomini (ma non solo) che hanno bisogno di eccitarsi nel mondo virtuale, che cercano un’evasione, coppie che vogliono giocare, o persone sole.
“Cerco di non dare mai troppa confidenza alle persone, ma a volte è inevitabile. In pratica non vogliono solamente vedere il mio corpo o sentirmi parlare in maniera seducente: più semplicemente cercano un’amica speciale, che faccia loro compagnia per una mezzora o più, e che aiuti a dimenticare le cose brutte che stanno vivendo. Tanti sono terribilmente soli, va detto”.
Prostituzione? “Non direi. Non faccio sesso a pagamento: semplicemente seguo le istruzioni del mio interlocutore. C’è chi chiede uno spogliarello, chi vuole vedere solo i miei piedi, e chi cerca di più, ma tutto in maniera assolutamente virtuale”
In Italia? “Siamo anni luce indietro, purtroppo, e vige ancora la regola di fare ma non farlo sapere perché non sta bene, soprattutto in una piccola città come Vicenza”

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