17 Settembre 2020 - 10.30

Elezioni regionali, le dieci priorità di Coldiretti Vicenza

“Dobbiamo fare di più, a partire dalle mense scolastiche, che devono valorizzare il prodotto locale della nostra terra. Analogamente, occorre lavorare con la gdo, sempre nella direzione della scelta dei cibi del territorio. Non possiamo, infatti, tollerare che la concorrenza straniera ci surclassi, nonostante la straordinaria qualità e certificazione delle nostre eccellenze. Abbiamo bisogno di amministratori che riconoscano in toto il ruolo dei corpi intermedi, quindi di Coldiretti. A noi agricoltori non manca il coraggio di metterci la faccia e chiediamo di fare altrettanto agli amministratori regionali”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, si è rivolto ieri ai candidati alle elezioni regionali 2020, ai quali ha presentato il documento “Identità Veneta. Agricoltura, il valore da cui ripartire”. Un decalogo di priorità per il settore agricolo ed agroalimentare che durante l’emergenza sanitaria ha dimostrato tutta la sua centralità.

Hanno raccolto l’appello dell’Organizzazione di categoria maggiormente rappresentativa del mondo agricolo, Giacomo Bortolan (Movimento 5 Stelle), Chiara Luisetto (Partito Democratico), Elena Donazzan e Silvio Giovine (Fratelli d’Italia), Roberto Ciambetti, Francesca Miotto e Stefano Giacomin (Lista Zaia Presidente), Manuela Lanzarin e Nicola Ignazio Finco (Lega Salvini Presidente), Pierpaolo Longo (Forza Italia).

I dieci punti esprimono delle richieste chiare: dall’assessorato al cibo al completamento delle infrastrutture sia fisiche che digitali, dall’attenzione verso le nuove generazioni di imprenditori alla strategicità del capitale umano per la ricerca e sperimentazione.

“L’alimentazione sana ed a base di prodotti locali nelle mense collettive e nella ristorazione, insieme a filiere forti e sostenibili – sottolinea Cerantola – sono la chiave di volta per una regione che fa dell’identità il suo baluardo. Per affermare il lavoro delle imprese agricole, Coldiretti Vicenza invoca una politica economica che sostenga la filiera agroalimentare, per dare valore al territorio ed equilibrio nella redistribuzione del reddito, ma anche le aggregazioni tra le cooperative di produttori per non essere in balia delle multinazionali”.

Il presidente di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Cesare Magalini hanno proposto ai candidati intervenuti la sottoscrizione del “patto identitario”, per dare slancio ad un settore che garantisce un’occupazione crescente. Un “accordo” che dovrà concretizzarsi attraverso la legge regionale del Km Zero per guidare la predisposizione degli appalti pubblici, quella agrituristica, che non può non tener conto di quanto sperimentato durante il Covid-19, l’aggiornamento della normativa dell’agricoltura sociale per riconoscere i parametri sanitari delle fattorie che offrono servizi ed assistenza alle fasce deboli, l’adeguamento della norma per arginare la povertà che nella fase3 post pandemia sta coinvolgendo il 30% della popolazione, ma anche con l’appello alla Regione, affinché sia parte attiva nella creazione di un nuovo patto identitario di filiera.

Sul futuro agroalimentare incombono i cambiamenti climatici: il settore subisce gli effetti pur essendo capace di reagire mitigando le conseguenze sulla collettività. In questo senso è determinante la gestione della risorsa idrica, la conservazione del suolo e la promozione dell’energia da fonti rinnovabili capisaldi di un modello di sviluppo che esalta l’ambiente.

La fauna selvatica è tra le questioni irrisolte: specie invasive, grandi carnivori proliferano dai monti alla pianura: “servono piani di controllo e nuove forme di sostegno al contrasto – chiosa Cerantola – per giungere nel tempo ad azzerare la piaga dei danni causati non solo alle imprese agricole, ma anche ai cittadini sempre più coinvolti in sinistri e incidenti”.

Una riflessione è rivolta alla semplificazione. “Meno burocrazia non è solo uno slogan – conclude Magalini – ma un obiettivo da perseguire con l’implementazione di un’amministrazione pubblica smart. L’uso di tecnologie e piattaforme avanzate deve diventare elemento ordinario non più emergenziale riferendosi a quanto messo in campo per agevolare gli imprenditori agricoli nel disbrigo delle pratiche e svariate scadenze”.

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