11 Ottobre 2019 - 14.58

Educazione alla legalità: “Chi ha tradito l’eredità di Falcone e Borsellino?”

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Il progetto “Educazione alla Legalità” promosso dal Comune di Vicenza, con il Patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Vicenza, continua il suo percorso con la presenza di Attilio Bolzoni, giornalista di “Repubblica”, che il 16 ottobre presenterà il suo libro “Il padrino dell’antimafia” alle 17.30 alla Fondazione Studi Universitari di Vicenza, in viale Margherita 82.

L’incontro si svolgerà alla Fondazione Studi Universitari di Vicenza, dove è ancora in corso la mostra “L’eredità di Falcone e Borsellino”, inaugurata l’1 ottobre in presenza di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso, che ha visto il coinvolgimento attivo di tanti giovani. Un pubblico, quello dei ragazzi, cui teniamo molto, nell’intento di trasmettere loro quegli ideali e valori di cui i due magistrati Falcone e Borsellino furono portatori e che rappresentano un lascito morale importante per tutte le nuove generazioni.

Il libro di Attilio Bolzoni richiama forte il tema di questa eredità, ponendo l’accento su chi l’ha tradita. Lo fa tracciando i contorni dell’oscura figura di Calogero Antonio Montante, in arte Antonello, ex presidente di Confindustria Sicilia, condannato per corruzione e associazione a delinquere, personaggio che, forse, più di ogni altro ha segnato la stagione nera delle “mafie incensurate” che negli anni dopo gli attentati del ’92, continuavano a dettare legge. 

La particolarità dell’attività professionale di Montante stava nel fatto che oltre a rappresentare l’associazione di categoria sull’isola, aveva ottenuto il titolo di vicepresidente nazionale, ma soprattutto era stato delegato per la legalità. Colui che avrebbe dovuto combattere il sistema criminale, che trascinava verso il fallimento tante piccole e medie aziende che non riuscivano a pagare il pizzo, secondo gli inquirenti ne era, invece, parte integrante.

Di qui il sottotitolo scelto dallo stesso Attilio Bolzoni per il suo libro: “Una cronaca italiana sul potere infetto“.

L’autore definisce il suo protagonista “un siciliano che era “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra e che misteriosamente è diventato il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto. Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali…”  Ne esce il ritratto di un uomo che indossava la maschera del paladino dell’antimafia, mentre in realtà del potere mafioso assecondava il potere e celava gli intrighi. 

Una vicenda che mette in luce “un pezzo d’Italia con il sangue marcio” e che Bolzoni racconta cercando di sviscerarne i diversi aspetti.

L’incontro sarà aperto dal sindaco di Vicenza Francesco Rucco, e moderato da Lisa Marra, responsabile editoriale di “Linea Edizioni”, partner del progetto, e prevede anche un intervento di Francesco Trotta, presidente dell’associazione “Cosa Vostra”, che di lotta alla mafia si occupa da molto tempo, anche in collaborazione con lo stesso autore,  spesso lavorando a progetti con le scuole.

“Questa presentazione si inserisce ad hoc nel contesto della mostra, ponendo la domanda “chi ha tradito l’eredità di falcone e Borsellino?” – dichiara Caterina Soprana, presidente della quarta commissione consiliare “Sviluppo economico e attività culturali” -. L’inchiesta di Bolzoni scava infatti nel torbido della connivenza fra Istituzioni e potere mafioso, su cui i due magistrati avevano tentato di fare luce. Mantiene un ruolo chiave il coinvolgimento degli studenti, cui si collega la volontà di tenere la conferenza nella stessa sede dove è ancora allestita la mostra, che peraltro sta registrando un interesse massiccio da parte delle scuole. Le richieste di visita sono state tantissime e, se dispiace immensamente non essere riusciti a soddisfarle tutte, rimane un dato importante che ci spinge a proseguire in questo progetto”.

Bolzoni è un profondo conoscitore della mafia e delle sue implicazioni sul territorio siculo, scrivendone dagli anni Settanta. La sua cronaca sul potere mafioso ci offre una visione di giornalismo abituato a scavare, che punta un rovello e da lì costruisce la sua indagine. 

Il giornalista racconta la sua inchiesta con appassionata dedizione, accompagnandoci nei meandri di una realtà dalla quale è bene non distogliere mai lo sguardo, perché sono proprio le radici infette, spesso ben celate dietro un’apparenza di legalità, a generare il batterio che poi intacca il buono della società.

Attilio Bolzoni (1955) è un giornalista di “Repubblica” che dalla fine degli anni Settanta racconta la mafia e la Sicilia. Scrive per “La Repubblica” dal 1982. Nel corso degli anni si è occupato principalmente di mafia. È stato tra gli sceneggiatori delle fiction tv Paolo Borsellino (2004) e Il Capo dei capi (2007). Ha vinto il Premio “È Giornalismo” (2009). E’ autore di diversi volumi sul tema della mafia.

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