25 Giugno 2019 - 12.11

EDITORIALE – Milano-Cortina,la vittoria del buon senso

Per essere aggiornato sulle notizie di cronaca di Vicenza e dintorni iscriviti al gruppo Facebook: SEI DI VICENZA SE... CRONACA E SICUREZZA

Chi ha visto in televisione il momento dell’assegnazione dei giochi olimpici invernali del 2026 ha assistito alla gioia incontenibile della delegazione italiana, ed alle lacrime dei rappresentanti svedesi.
Ma nulla avviene per caso, e la vittoria dell’Italia per 47 voti a 34 non è solo un grande successo, ma una sonora sberla agli svedesi di Stoccolma-Are, che non hanno mostrato la stessa determinazione e professionalità di Milano-Cortina.
Tanti sono i fattori che contribuiscono a fare prevalere una location piuttosto che un’altra, e fra questi c’è il sostegno della popolazione all’evento sportivo.
Lo scorso marzo, quando la Commissione valutatrice del Cio, guidata dell’ex rugbista Morariu, fece un sopralluogo in Svezia, constatò che il 50% della popolazione era contraria ai Giochi invernali.
In Italia il gradimento dei cittadini arrivava all’83%, e questo è stato un fattore decisivo.
Con la sua decisione il Cio ha accontentato un po’ tutti; la metà degli svedesi che le Olimpiadi non le volevano, e gli italiani che ambivano ad essere scelti.
Ma la soddisfazione di aver battuto la Svezia, che di freddo e sport invernali se ne intende, non può farci dimenticare che la candidatura di Milano-Cortina è nata come un “piano B”, rispetto al progetto iniziale che prevedeva il tridente Milano-Torino-Cortina.
Alla festa doveva quindi partecipare anche Torino, che i giochi invernali li aveva già ospitati nel 2006.
Ma la città della Mole ad un certo punto si è accartocciata su se stessa, subendo i tentennamenti e le indecisioni del Sindaco Chiara Appendino, che non se l’è sentita di sfidare una parte del suo Partito, il Movimento 5 Stelle, nettamente contraria al progetto. E così la scelta è stata quella di ritirare Torino dalla corsa, anche se questo voleva dire sfidare i torinesi, al 90% favorevoli alla candidatura olimpica.
Ma di questa “cultura della rinuncia”, unita ad una “cultura del pregiudizio”, Chiara Appendino non è l’unico esponente.
Ricordiamo ancora bene la tragicommedia della candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2024, chiusa dalla dichiarazione di rinuncia della Sindaca Virginia Raggi, che definì “da irresponsabili dire si a questo progetto”.
La verità è che, a dispetto di qualche dichiarazione di circostanza, il Movimento 5 Stelle è il convitato di pietra nella festa mediatica e politica esplosa in Italia con l’assegnazione dei giochi olimpici invernali.    E’ la filosofia della “decrescita felice”, che tanto bene riflette l’anima “grillina”, orientata da sempre a dire no a qualunque innovazione-sfida.   Ma da oltre un anno il Partito di Di Maio è al Governo, e chi guida un Paese deve mostrare non solo di non essere contrario ai grandi eventi, ma di essere in grado di gestirli, seppure con la propria personale filosofia. 
Certo che le grandi manifestazioni richiedono investimenti e nuove opere, e sappiamo bene che in Italia le pratiche corruttive sono assai diffuse.
Ma rinunciare significa certificare la propria incapacità di controllare, che per chi governa equivale ad una “Caporetto”.
Tornando all’oggi, mi sembra incontrovertibile che l’assegnazione dei giochi a Milano-Cortina rappresenta una vittoria del buon senso.
La vittoria delle due aree più produttive del Paese, Lombardia e Veneto.
Che, dopo la defezione di Torino, non hanno gettato la spugna, ma hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, mettendo in campo energie, professionalità, correttezza, coperture finanziarie.  Con la consapevolezza che una classe politica avveduta deve guardare oltre il contingente, ricercando le opportunità che possono portare ricchezza al territorio.
Non è un caso se l’assegnazione dei giochi olimpici, sia estivi che invernali, sia particolarmente ambita e ricercata, perché si tratta di un’occasione di sviluppo e di ridisegno del volto delle città ospitanti.  
E, con il senno di poi, se Roma non avesse fatto “il gran rifiuto”, quasi certamente sarebbero allo studio od in fase di progettazione interventi sulla città tesi a migliorare anche la qualità della vita dei cittadini, ora costretti a convivere con “pantegane” e gabbiani, con trasporti di tipo africano, con metropolitane senza fermate, con strade colabrodo ecc.
Sopra accennavo ad una vittoria lombardo-veneta, frutto della convergenza di interessi e dell’impegno dei due Governatori Zaia e Fontana, del Sindaco di Milano Sala, e di tutto il mondo produttivo.
Ma per il nostro Veneto quanto vale questa Olimpiade?
L’impatto sul sistema economico del Veneto e delle due Province autonome di Trento e Bolzano lo ha calcolato l’Università Cà Foscari di Venezia,  unitamente agli studi redatti dall’Università La Sapienza e dall’Università Bocconi.
Da questi studi si ricava che complessivamente, le spese e gli investimenti attivati dai Giochi olimpici Milano Cortina 2026 dovrebbero ammontare a 1.123.636.365 euro per la regione Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano.
Il valore della produzione dovrebbe ammontare a 1.461.025.622 euro (con un moltiplicatore di 1,30) e quello del PIL a 839.086.009 euro (con un moltiplicatore di 0,75). L’occupazione generata dall’evento sarebbe di 13.800 posti di lavoro nelle regioni Veneto e Trentino-Alto Adige.
Certo si tratta di studi, ed un buon amministratore sa che i conti veri si fanno solo alla fine.
Ora il dado è tratto.  E conforta apprendere che le prime parole del sottosegretario Giancarlo Giorgetti siano state: “ lo slogan dreaming together da domani mattina diventerà working together”.   Che vuol dire che dal sogno si passa alla realtà, fatta di impegno e lavoro quotidiani, per fare nel 2026 una figura degna della migliore Italia.
Nel medioevo le campane suonate a distesa erano o un segnale di pericolo, o un segno di festa.
Ieri a Cortina si sono suonate le campane, per festeggiare, fra le urla di gioia dei valligiani, la notizia che la fiamma di Olimpia tornerà ad ardere nella conca ampezzana settant’anni dopo i giochi invernali del 1956, fra l’altro i primi in Italia.

Per essere aggiornato sulle notizie di cronaca di Vicenza e dintorni iscriviti al gruppo Facebook: SEI DI VICENZA SE... CRONACA E SICUREZZA
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA