9 Novembre 2016 - 13.33

EDITORIALE – Vince Trump il ‘populista’: il mondo è più insicuro?

Contro ogni pronostico e sondaggio Donald Trump è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti.
Nonostante gli scandali, le gaffe e le sue posizioni scorrette, intransigenti e spesso confuse ha prevalso l’uomo che nessuno voleva, ma è stato scelto dalla maggioranza degli americani.
La vittoria di Trump getta il mondo in un periodo di insicurezza e divisioni, in cui Hillary Clinton non pronuncia il discorso di accettazione della sconfitta e fa dichiarare al suo portavoce che ancora sono molti i voti da contare.
La realtà dice però il contrario, ma questa decisione testimonia che oggi gli Stati Uniti sono un Paese diviso e lacerato.
Diviso come Trump ha cercato di dividerlo in ogni modo, per cavalcare un’onda di rabbia e malcontento, che lui stesso ha molte volte fatto emergere ed esacerbato e divisa come Clinton non è stata capace di unire, colpita da scandali, fiaccata da sue reticenze, da troppi errori e dall’incapacità di scaldare i cuori oltre che le menti degli americani, con una distanza che il rifiuto di fare il discorso della sconfitta testimonia in modo palese.
Lo sa Trump che assume l’incarico dopo le macerie di una campagna elettorale furibonda, che ha spaccato il Paese, non a caso nel discorso inaugurale ha provato a smorzare i toni, riconoscendo meriti alla sua avversaria e a dicendo che “è giunto il momento di cicatrizzare le ferite e che gli americani si riuniscano in un solo popolo”.
Nonostante il suo discorso di apertura il nuovo presidente americano è portatore di un progetto politico che ha finora prefigurato scontri diffusi, nei confronti dei tradizionali alleati occidentali, del mondo islamico, dei Paesi limitrofi bacino di potenziale immigrazione.
Dagli Stati Uniti parte un messaggio isolazionista che sancisce una tendenza planetaria pericolosa per gli equilibri e la costruzione di progetti di pace fra i popoli.
Trump è una persona facile all’insulto, istintiva e senza scrupoli.
Come potrà reagire di fronte a crisi mondiali è un mistero che preoccupa e può fare pensare possibile qualsiasi scenario, anche quelli più estremi e i mercati mondiali stanno crollando spaventati dal suo irrompere sulla scena politica mondiale.
Chi in ogni angolo del pianeta utilizza il terrorismo per innescare spirali di violenza oggi sa che può trovare un terreno fertile ai propri disegni, perché l’America non sarà quella di Obama, che anteponeva soluzioni pacifiche, ma quella che accetterà lo scontro e lo cavalcherà con decisione.
L’elezione di Trump rappresenta in ogni caso la sconfitta del sistema dei partiti tradizionali e ha dimostrato come oggi non bastano a convincere gli elettori ricette consuete e nemmeno ottimi risultati sul piano economico, come quelli conseguiti da un presidente come Obama.
La decisione degli americani di affidare il proprio destino a un uomo, che non è espressione nemmeno del proprio schieramento repubblicano, dimostra una tendenza che sta diffondendosi nel mondo, come dimostra la Gran Bretagna con la Brexit, l’ascesa in Europa di movimenti come quello della Le Pen in Francia, di Grillo e Salvini in Italia e l’esito delle elezioni in Stati come Austria e Ungheria.
Una tendenza con cui prevalgono idee basate sulla divisione tra i popoli, un contrasto deciso verso l’immigrazione e il rifiuto di logiche di aggregazione.
L’onda populista e nazionalista che sta invadendo il mondo, anche in Europa, Italia compresa, negli Stati Uniti ha trovato la sua personificazione e ora può diffondersi pericolosamente ovunque, con i suoi tratti negativi e per molti aspetti non preventivabili e gestibili.
Quando nel mondo i popoli e i Paesi si sono isolati gli uni dagli altri e hanno cominciato a vivere di diffidenza e paura, si indeboliscono le prospettive di pace.
Ė quindi tempo che le donne e gli uomini, che hanno visioni diverse, e lavorano per unire invece che dividere, prendano atto che molti cittadini nel mondo non credono alle soluzioni loro prospettate e devono imparare a parlare, come non è stata capace di fare Hillary Clinton, alle persone deluse e arrabbiate, dando loro soluzioni di speranza contro la paura.
Perché se prevale la paura, vincono i Trump, i populismi, i nazionalismi e le divisioni, con tutti i rischi connessi per i singoli popoli e per il mondo.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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