3 Luglio 2017 - 16.10

EDITORIALE – VICENZA: Centrodestra, cercasi sindaco disperatamente

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di Stefano Diceopoli

C’è qualcuno che voglia fare il sindaco per il centro-destra? A dare uno sguardo a quello che sta succedendo in città ci si trova di fronte ad una situazione quasi paradossale.
Il centro-sinistra che esce da dieci anni di amministrazione Variati vede una schiera agguerrita di concorrenti che si stanno mettendo in fila per andare a ricoprire la casella lasciata vuota da Achille, ben sapendo che potrebbero essere travolti, al di là di pregi personali e programmatici, dalla semplice e naturale propensione degli elettori a “cambiare aria” dopo un lungo periodo gestito dalle stesse persone. E’ accaduto al centro-destra dopo dieci anni di Enrico Hüllweck, potrebbe succedere di nuovo. E invece a sinistra è tutto un fiorire di liste civiche, di iniziative e di proposte, tanto che le primarie sembrano essere un passaggio inevitabile.
Chi dovrebbe approfittare del momento, cogliere l’aria che tira e darsi da fare, invece, dorme, langue, non si decide.
Negli ultimi dieci anni ci sono un paio di fatti politici dei quali tener conto. Il primo è l’azzeramento di Forza Italia, passata da partito leader in città a numeri ridicoli, troppo piccoli. Sono spariti i leader in grado di dare una linea al partito e anche in consiglio comunale non si vedono statisti in grado di prendere per mano la città. L’ultimo scossone è arrivato con la nomina di Matteo Tosetto a commissario provinciale: una promozione per il coordinatore cittadino, una certificazione di insuccesso per il predecessore Dino Secco, recentemente sbeffeggiato come “povero” fra i parlamentari, e sicuramente non un gran bel segnale per Elena Donazzan che del partito azzurro vicentino è in questo momento l’unica ad avere un ruolo di governo vero nella giunta di Luca Zaia. Lei si è affrettata a complimentarsi con Tosetto dopo la nomina, ha ringraziato Dino Secco, ma forse avrebbe voluto per sé quel ruolo. Non lo ha avuto. Del resto la sua origine politica mette radici nella destra sociale, in quello che fu Alleanza Nazionale e il movimento di Gianfranco Fini fino al famoso: “Che fai, mi cacci?”
L’origine comune dal movimento ex An è una costante, a dire il vero. Da dove altro arrivano, infatti, persone come Michele Dalla Negra, Francesco Rucco, lo stesso Claudio Cicero? Le teste pensanti della destra cittadina, insomma, pensano tutte nello stesso modo, malgrado nel frattempo siano confluite dentro Forza Italia o abbiano scelto di creare delle liste civiche. Fra loro emerge qualcuno in grado di prendersi la fascia tricolore? Non direi…
Dalla stessa area, se possibile in modo ancora più diretto, viene anche Giorgio Conte, l’unico a destra ad aver già detto di voler creare la sua lista e di voler correre per fare il sindaco. Una fretta, la sua, che i possibili alleati non hanno preso molto bene. Conte sembra voler dire: “Io vado avanti, chi vuole si metta in coda con me.” Ma il suo passato pesa, come per tutti gli altri, potrebbe essere colto come un esponente della politica “vecchia” nel senso più deteriore del termine e finire in una forma di auto-isolamento.
Ma se gli azzurri piangono, la Lega non ride di sicuro. I padri nobili del movimento sono spariti: Stefano Stefani, la stessa Manuela Dal Lago sono spariti dall’orizzonte politico, lasciando dietro di sé gran poco. Il carroccio peraltro sembra vivere un momento di frizione piuttosto decisa fra il segretario cittadino Matteo Celebron, che in questi anni ha affrontato ogni questione in tandem con Francesco Rucco, e il segretario provinciale Erik Pretto che tutto conosce dei movimenti politici a Marano Vicentino, ma sembra essere ancora troppo acerbo per entrare con forza nelle dinamiche del capoluogo.
Si favoleggia di un tavolo da convocare in settimana, presenti tutti gli attori dell’area politica di destra e di centro (ma quale centro?), per andare alla ricerca di un candidato spendibile. Allo stesso modo si favoleggia della ricerca di un imprenditore disponibile a mettere il suo nome in cima alla lista, ma per il momento non si vedono persone disposte.
Qualcuno sogna un ritorno ad Hüllweck, ma riveduto e corretto. In realtà il nome che circola con insistenza è quello di Claudio Ronco, primario di nefrologia del San Bartolo, professionista stimatissimo, che finora non si è espresso in alcun modo. Un medico, insomma, per cercare di ripetere quello che vent’anni fa si era fatto con un pediatra, Enrico Hullweck. La differenza sostanziale è che all’ora il pediatra si era già esposto, aveva corso per il parlamento, aveva ottenuto l’elezione e la sua voglia di fare politica era più che palese. Lo stesso non si può dire, oggi, di Ronco. Se dopo aver fatto circolare sangue pulito nell’organismo di tante persone, il primario vorrà cercare di ripulire i reni anche della città, allora il centro-destra potrebbe pescare il Jolly e uscire dal pantano… altrimenti…

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