24 Marzo 2019 - 10.49

Editoriale- Tra crisi bancarie e ignoranza degli investitori: come cambia l’economia italiana

Le crisi bancarie, che hanno messo sul lastrico, o quanto meno in difficoltà, decine di migliaia di risparmiatori che avevano acquistato azioni od obbligazioni delle stesse, hanno evidenziato una sostanziale “ignoranza” degli italiani nel campo dell’economica. Tanto che molti pensano che sarebbe necessario pensare di introdurre nei programmi scolastici di tutte le scuole superiori qualche ora da dedicare all’insegnamento dei “rudimenti” dell’economia. Non si tratta di formare dei professionisti. L’economia, vista come una materia ostica e complessa, presenta in realtà dei concetti base presenti nella vita quotidiana anche dei ragazzi, che quindi dovrebbero essere messi in condizione di capirli fin da piccoli. Una base culturale di educazione civica, unitamente ad una economica, sarebbero fondamentali per la crescita di giovani cittadini informati e consapevoli. Perché da adulti non siano prede inermi della speculazione, o vittime di politici demagoghi che vendono soluzioni miracolistiche.
Detto questo, volete fare una prova?
Volete misurare il vostro livello di conoscenza dell’economia di base?
Prendiamo 10 termini economici. Che esprimono concetti legati ai soldi che chiunque dovrebbe avere ben presente, sia chi voglia far crescere il proprio gruzzoletto, se ce l’ha, sia chi invece di “schei” proprio non ne ha.
Leggete una ad una le 10 parole, e provate a spiegare a voi stessi il loro significato. La spiegazione riportata di seguito le potrete consultare per verificare se non avete saputo dare la risposta, o l’esattezza della stessa.
Insomma una specie di test, in cui non ci sono punteggi da assegnare, non ci sono premi in palio, se non la verifica delle vostre conoscenze.
Cominciamo:
1)Patrimonio
Il concetto di patrimonio (dal latino patrimonium, derivato da pater, ‘padre’, e munus, ‘compito’; dapprima col significato di ‘compito del padre’ poi con quello di “cose appartenenti al padre”) è usato sia in diritto che in economia con significati non esattamente coincidenti. In economia il patrimonio è definito come la ricchezza, espressa in termini monetari, a disposizione di un soggetto in un determinato istante. Dal punto di vista qualitativo esso è costituito da beni (fabbricati, automezzi, mobili, merci, conti bancari, titoli, ecc.); sotto il profilo quantitativo, invece, è la somma dei valori monetari attribuiti a tali beni. Se avete dei debiti, con banche o privati, essi andranno sottratti dal vostro patrimonio, e quello che resta si definisce “patrimonio netto”, che, a seconda dell’ammontare dei debiti, potrà essere positivo o negativo.

2) Inflazione

Dal latino inflatio «enfiamento, gonfiatura», derivato da inflare «gonfiare» è l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo. L’inflazione genera automaticamente una diminuzione del potere di acquisto della moneta, sentita soprattutto da chi ha un reddito fisso, tipo lavoratori dipendenti e pensionati. Meno sentita invece dai lavoratori autonomi che possono scaricare sui propri clienti l’aumento dei prezzi.

Il fenomeno opposto all’inflazione si definisce “deflazione”, che si verifica quando c’è una diminuzione del livello generale dei prezzi, e che comporta un incremento del potere di acquisto della moneta. La riduzione dei prezzi si ripercuote negativamente sui bilanci delle imprese, con un calo dei ricavi e fenomeni recessivi nell’economia.

3) Liquidità

E un concetto legato in qualche modo al vostro patrimonio, ed indica la possibilità di disporre in tempi rapidi di mezzi di pagamento in contanti. E’ evidente che la moneta contante rappresenta lo stato di massima liquidità del vostro patrimonio, ma ci sono anche altri strumenti finanziari monetizzabili immediatamente. E’ evidente che beni come una casa, un terreno, un fondo pensione, titoli investiti in borsa, sono poco “liquidi”, perché ci vuole tempo per convertirli in denaro contante, ed in qualche caso perdendo una parte del valore.

4) Interesse

In generale è il compenso che si versa, o si riscuote, per il prestito di un capitale, in proporzione al tempo di durata e in misura espressa in percentuale, ordinariamente riferita all’anno.

Il concetto è piuttosto semplice. Cosi, ad esempio, se depositate dei soldi in un conto di risparmio (non un conto corrente ordinario che oggi non rende nulla, anzi ha solo costi) presso una Banca, l’interesse è la somma che la Banca stessa vi paga in cambio del vostro prestito.

Viceversa, se dalla Banca o da un privato ottenete un prestito, l’interesse è l’importo che dovrete pagare per aver ottenuto quei fondi, e che sarà tanto più elevato quanto più tempo ci metterete a restituirlo.

Per completezza, nel primo caso l’interesse che ricevete dalla Banca è per voi un interesse “attivo”, e “passivo” per la Banca. Nel secondo esempio gli interessi che pagate alla Banca sono “interessi passivi” per voi, e “attivi” per la Banca.

5) Interesse composto

L’interesse viene detto composto quando, invece di essere pagato o riscosso, è aggiunto al capitale iniziale che lo ha prodotto. Questo comporta che alla maturazione degli interessi il montante verrà riutilizzato come capitale iniziale per il periodo successivo, ovvero anche l’interesse produce interesse.

Capisco che non è un concetto di immediata comprensione, per cui vi faccio un esempio: se depositate 100 euro a un tasso d’interesse annuale del 7%, dopo un anno avrete 107 euro. L’anno dopo otterrete il 7% di interesse su quei 107 euro, dunque guadagnerete un interesse composto di 7,49 euro invece di soli 7 euro.

E’ il concetto su cui si fonda l’intero mondo finanziario. Sta ad esempio alla base dell’accumulo sui fondi pensione, perché premia chi inizia presto a mettere via soldi, e lo fa con frequenza.

6) Derivati

Lo strumento derivato o semplicemente derivato (in inglese derivative) in finanza è un titolo ( security ) che deriva ( da cui il suo nome ) il proprio valore da un altro asset finanziario oppure da un indice (ad esempio, azioni, indici finanziari, valute, tassi di interesse o anche materie prime) che e’ definito sottostante. Gli utilizzi principali degli strumenti derivati sono la copertura da un rischio finanziario (detta hedging), l’arbitraggio l’ (ossia l’acquisto di un prodotto in un mercato e la sua vendita in un altro mercato) e la speculazione. Come accennato, le variabili alla base della quotazione dei titoli derivati sono dette attività sottostanti e possono avere diversa natura: può trattarsi di azioni, obbligazioni, indici finanziari, ma anche di commodity come il petrolio o anche di un altro derivato, ma esistono derivati basati sulle più diverse variabili, perfino sulla quantità di neve caduta in una determinata zona, o sulle precipitazioni in genere. In estrema sintesi, alla base di ogni strumento derivato c’è una “scommessa”; da qui la loro rischiosità e pericolosità.

A seguito dello scoppio della bolla finanziaria, avvenuto tra il 2007 ed il 2008, i soggetti protagonisti della finanza internazionale sono riusciti, tramite i derivati, a scaricare le conseguenze della crisi sui settori produttivi dell’economia reale (le imprese) e sugli enti pubblici (quindi, in fin dei conti, sulla stessa collettività).

7) Mercato Toro

E’ un termine (in inglese market bull) che indica la situazione in cui il mercato borsistico segue una tendenza al rialzo

8) Mercato Orso

E’ la situazione opposta (in inglese market bear) al mercato toro, ed indica la tendenza al ribasso del mercato azionario.

Per completezza, i termini inglesi derivano dai movimenti tipici dei due animali. Così “Bull Market” significa che il mercato va su e quindi viene paragonato all’incornata del toro. “Bear Market” vuol dire che il mercato scende e quindi somiglia alla zampata di un orso.

9) Propensione al rischio

Termine con cui si definisce la disponibilità di un soggetto ad assumersi rischi finanziari, tipicamente quelli connessi all’investimento in borsa. Non è altro che un atteggiamento individuale, di tipo psicologico. In generale vale la regola secondo cui ogni investitore che gioca in borsa dovrebbe rispondere in primis alla domanda: quanto sono disposto a perdere del mio capitale?

Dare una risposta razionale e sufficientemente corretta a questa domanda è più difficile di quanto si possa pensare, perché presuppone la capacità di immedesimarsi in situazioni che spesso non si sono vissute (tipo un crollo), o che avranno comunque degli aspetti diversi da quelle passate.

Ricordate che le Banche devono valutare la vostra propensione al rischio (profilo del cliente) ogni volta che vi propongono un prodotto finanziario. Questo per evitare, ad esempio, il ripetersi di casi come quelli che abbiamo visto in passato, di pensionati indotti ad investire tutta la propria liquidazione in azioni illiquide di Banche.

10) Allocazione e diversificazione degli asset

La diversificazione di un portafoglio di titoli o strumenti finanziari consiste in una riduzione della rischiosità del suo rendimento , legata alla presenza di più attività finanziarie, i cui rendimenti non sono perfettamente correlati all’interno del portafoglio stesso.

Il rischio è purtroppo una componente imprescindibile degli investimenti: per questo la diversificazione è la regola d’oro. Chiunque capisca di investimenti vi confermerà che la diversificazione è la base di ogni strategia di investimento equilibrata.

Diffidate di chi vi consiglia di investire tutti i vostri risparmi in un unico titolo o asset. Abbiamo visto proprio nei casi dei risparmiatori truffati delle Banche andate in risoluzione com’è andata a finire.

Spalmando i vostri soldi in più strumenti finanziari, in più fondi comuni ad esempio, con differenti tipologie differenti, magari vi farà rinunciare a certi guadagni, ma ridurrete certe perdite.

Come è andato il test? Avete risposto bene? Conoscevate il significato di tutti i termini proposti?

Se no, vi conviene colmare le vostre lacune.

Se si, vuol dire che avete una certa conoscenza dei rudimenti dell’economia, Ma ciò non significa che siate pronti per lanciarvi in attività di trading. Speculare sui mercati non è un gioco, e conviene sempre farlo con avvedutezza, magari tenendo conto dei consigli di chi lo fa per mestiere.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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