25 Febbraio 2018 - 10.01

EDITORIALE- Basta fasci, sinistre, mafie: ridateci un Paese normale!

Fasci, centri sociali, raduni e contro-raduni, braccia tese e pugni chiusi, gazzarra di destra e di sinistra sullo sfondo di una campagna elettorale povera, poverissima, e soprattutto tristissima. Posso dirvelo in aramaico? Avete rotto le palle, siete il segno distintivo di una classe politica border line, autoreferenziale, priva di idee e di progetti, priva di personalità e prospettive. Il nostro è un Paese allo sbando, incancrenito dal potere politico finanziario delle mafie, delle lobby, delle logge; da leader che, per usare la metafora sgarbiana, sono spesso parenti prossimi delle capre, salvo qualche raro caso, cialtroni della peggior specie. Oggi chi fa politica spesso non frequenta milieu culturali, non ha formazione, non ha nemmeno voglia di strutturarsi nell’arte della politica stessa: conta il potere non il progetto, il riscontro nepotistico non il bene comune. Ed allora, in tutto questo, i rumori di fondo degli estremismi tornano all’improvviso alla ribalta, si scrivono pagine di giornali, si sfila in corteo recintati da cordoni di polizia, si nutre la logica della contrapposizione perché non c’è altro.
Ma ora basta. La misura è colma.
La rivoluzione la dovremmo fare noi, che vogliamo uno Stato solido e con una visione, un Paese che dia prospettive e che abbia il coraggio di abbattere simulacri del passato e mafie latenti, in cui non si parli solo di migranti ma di come rilanciare il lavoro, l’economia, la cultura, il gusto di vivere e di sapere di avere un futuro, per noi e per i nostri figli.
Chi ha ancora un po’ di buon senso si ribelli: siamo ancora vivi, nonostante tutto e siamo persone serie, vere, miti, ma determinate nel volere un Paese normale in cui vivere una vita normale!

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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