10 Marzo 2017 - 11.29

ECONOMIA – S.O.S. BAD BANK EUROPEA, per i crediti deteriorati e per far ripartire il mondo bancario

Prima o poi, almeno si spera, si smetterà di parlare di banche in crisi, di bail-in, di ristori di capitali svaniti, e si ritornerà a parlare di economia reale e di cose positive.
Tutto passa ovviamente dal risanamento degli Istituti di Credito in crisi, e dal ritorno di fiducia da parte del risparmiatore nei confronti del mondo banca. Sono passati anni dall’inizio della crisi, ma non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, però non dovremmo nemmeno essere così lontani nel vederla.
Tutto gira attorno alla messa in sicurezza delle banche più traballanti. Ovviamente i passaggi che un po’ tutte le banche saranno chiamate a fare, saranno sicuramente impegnativi, ma con la certezza che se affrontati in maniera adeguata, potranno aprire situazioni nuove molto meno indecifrabili rispetto a quelle presenti.
La soluzione inevitabile, va nella direzione di creare una bad bank, dove far confluire tutti quei crediti deteriorati oggi zavorra per i bilanci degli Istituti di Credito, la creazione di una Bad Bank europea, perché no, che permetta quindi alle banche, una volta snellite dal peso degli NPL, di far fluire il credito verso le imprese e
le famiglie.
Come più volte affermato, la priorità deve essere quella di avere un sistema creditizio sano e forte, perché altrimenti non può esserci uno sviluppo duraturo e qualitativo dell’economia.
La creazione di una vera Bad Bank non può più essere un qualcosa da rimandare all’infinito, bisogna fare presto, perché altrimenti il motore economico finirà per fermarsi definitivamente, sapendo bene che le cause che hanno portato all’attuale situazione nascono ed hanno radici lontane, molte volte dovute anche a grosse responsabilità politiche.
Per assurdo lo stesso comparto bancario, se ripulito dai crediti deteriorati, potrebbe diventare un’opportunità reale d’investimento, basti pensare che molti Istituti di Credito quotati scambiano su valori dell’80% inferiori ai valori pre-crisi, e che le azioni delle banche italiane sono scambiate a circa lo 0,57 del rapporto prezzo/patrimonio netto 2017, un terzo in meno dei concorrenti europei. Messa così verrebbe quasi voglia di fare una consistente puntata sulla ruota
del mondo bancario. Prima però bisogna leggere molto bene le “ istruzioni “, se così vogliamo chiamarle, perché sarebbe illusorio Immaginare di chiudere nel breve il gap con gli Istituti Europei, però non è illusorio pensare a dei guadagni una volta messe in sicurezza le situazioni più complesse, senza dimenticare, e non è poco, che rispetto al recente passato, il sistema può contare sui 20 miliardi messi a disposizione del Tesoro dal Parlamento.
Per ultimo, una piccola riflessione nei confronti dei nostri amici Tedeschi. Per una volta dovremmo avere la forza di non interessarci dei loro pensieri, sapendo bene che dal 2013 spingono per evitare che gli Stati si indebitino per salvare le banche in crisi, ma si dimenticano che loro, poco prima del 2013 salvarono i loro Istituti nazionali con la misera cifra di 250 miliardi.

FABIO ROSSI

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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