10 Ottobre 2017 - 9.45

ECONOMIA – Il pericolo BTP

Adesso o mai più. Il dilemma che assale gli investitori è quello di portarsi a casa importanti plusvalenze vendendo in anticipo rispetto alla scadenza naturale i BTP, oppure portare a casa il nominale a scadenza del titoli ed avere pagate regolarmente delle cedole.
Anche se sembra una cosa poco logica, forse converrebbe approfittare del particolare momento e vendere il famoso titolo di Stato a tasso fisso. Le plusvalenze incamerate in questi anni nel corso del titolo sono difficilmente ripetibili in futuro. In poche parole si porta a casa tutto e subito, quello che magari si potrebbe portare a casa in parecchi anni, eliminando anche, perché non va dimenticato, il rischio comunque presente nell’emittente.
Le stesse banche hanno iniziato a vendere i BTP.
Già questo dovrebbe essere un importante segnale per l’investitore medio. Probabilmente gli Istituti di Credito hanno fiutato una stretta della BCE sul quantitative easing, in altre parole anticipano le vendite perché pensano, a ragione, che in autunno la BCE potrebbe annunciare una riduzione degli acquisti, con conseguenze assolutamente negative sia sui prezzi sia sui rendimenti, senza considerare che queste negatività potrebbero essere ancora peggiori in caso di rialzi dei tassi.
Bene o male tutti gli investitori istituzionali, non solo italiani ma anche Europei, hanno iniziato a ridurre le proprie esposizioni sui titoli di debito pubblico, basti pensare che solo a giugno gli Istituti italiani hanno venduto BTP per un controvalore di circa 20 miliardi di euro rispetto i 9,4 miliardi di maggio, mentre in Europa le vendite a giugno
sono arrivate a circa 46 miliardi.
Di conseguenza causa i timori di una stretta i rendimenti hanno iniziato a risalire fini al 2,33% del BTP decennale, con una previsione in ulteriore salita per lo spread entro fine anno.
Ecco perché o adesso o mai più. Tenersi in portafogli titoli difficilmente vendibili nel futuro immediato senza escludere possibili perdite in conto capitale, forse non è cosa saggia e forse la cosa migliore sarebbe quella di accasare il guadagno e rimanere tranquillamente alla finestra in cerca di altre occasioni senza comunque avere fretta d’investire, perché
con molta probabilità oltre al rischi del debito sovrano, potrebbe esserci per strada anche un ridimensionamento di qualche mercato azionario che negli ultimi anni ha corso molto se non troppo.
Fabio Rossi

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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