29 Dicembre 2017 - 10.59

ECONOMIA – La quiete prima della tempesta

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Si sta ormai chiudendo un anno che ha visto risultati positivi per coloro che ad inizio 2017 avevano deciso d’investire parte dei propri risparmi in prodotti con un pur minimo rischio azionario. Siamo prossimi ad un 2018 tutto da decifrare, anche se i segnali sembrerebbero essere tutti positivi, sapendo bene però che il temporale può arrivare quando meno uno se lo aspetta. Il PIL italiano cresce a livelli superiori del previsto, le banche stanno lentamente guarendo dalle ferite dovute alle drastiche cure di ricapitalizzazione e dai dolori portati dai crediti deteriorati, e per ultimo iniziano ad arrivare timidi ma incoraggianti segnali dal fronte occupazionale. Se sommiamo a tutto questo rendimenti prossimi allo zero, sembrerebbe veramente non esserci motivo per non essere ottimisti anche per il 2018. Ma non è così semplice, e forse quando sembra tutto facile è il momento migliore per essere molto prudenti. Sul tavolo negoziale europeo infatti ci sarebbero due proposte assai azzardate molto pericolose per l’Italia e che ci farebbero rivivere situazioni già viste nel 2010. La prima sarebbe un rafforzamento nella disciplina di mercato sui Paesi ad alto debito attraverso un default ordinato. La seconda consiste nel porre dei limiti alle posizioni in titoli di Stato delle banche. Non ha logica che in Europa ci sia quasi uniformità di spread di rendimento fra titoli pubblici di Paesi con merito di credito diverso. Non possono esserci rendimenti prossimi allo zero sia in Germania che in Italia per intenderci. Il nostro debito pubblico è molto più pericoloso. Di contro difficilmente potrà esserci un default ordinato, o meglio “accompagnato” del nostro bel paese, poiché il solo pensiero di discuterne può fare un danno enorme, fino a portare ad una grave destabilizzazione dell’intera area europea. Di sicuro qualcosa succederà, potrà esserci una patrimoniale sottoforma di tassazione dei conti, o una decurtazione del valore nominale dei titoli di Stato, ai comuni mortali non è dato a sapere, ma qualsiasi forza politica chiamata a guidare il nostro Paese da marzo in poi dovrà affrontare l’angosciante problema del debito pubblico, sapendo di dover fare scelte impopolari con la necessità d’intervenire prima che sia troppo tardi. Il cielo è sereno per il momento, ma il temporale potrebbe scatenarsi quando meno ce lo aspettiamo.

 

 

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