25 Gennaio 2015 - 12.14

ECONOMIA – IVA, brutta sorpresa per le aziende e… per gli enti pubblici

renzi-natale

Alla faccia della sburocratizzazione per le imprese e la pubblica amministrazione. Nell’ambito della spending review del governo, è stato introdotto li ‘split payment’, agile e casual termine inglese che di casual ha veramente poco.
La norma, inserita nella legge di Stabilità licenziata durante le feste natalizia, prevede che da quest’anno le Pubbliche Amministrazioni non paghino più alle aziende l’Iva sulle fatture ricevute per forniture di beni e servizi, ma che la versino direttamente all’erario. Per esempio: un’azienda che fattura 10 milioni di euro nei confronti della P.A.: fino a ieri questa azienda avrebbe regolarmente incassato i 2 milioni e 200 mila euro di Iva, che sarebbero andati a reintegrare l’Iva che l’azienda paga, a sua volta, ai suoi fornitori. Ora invece, l’azienda dovrà comunque continuare a pagare l’Iva ai suoi fornitori, senza però vedersi pagata quella che gli spetta dalla Pubblica Amministrazione.
In sostanza, lo Stato si è fatto una norma su misura per poter avere sempre liquidità nelle proprie casse a spese delle imprese. Una situazione che andrà a pesare soprattutto sulle spalle delle piccole imprese, già sofferenti a causa dell’impossibilità di accedere ai crediti bancari. Dal lato Pubblica Amministrazione quindi, dal 1 gennaio di quest’anno, sulle fatture emesse a loro debito per forniture e servizi, i Comuni dovranno pagare solo l’importo del corrispettivo fatturato mentre l’Iva dovuta dovrà essere corrisposta direttamente all’erario. Per i Comuni ed in particolar modo per i piccolo Comuni aumentano, di conseguenza, gli adempimenti a carico dei propri dipendenti perché all’operazione unica dell’emissione del mandato di pagamento della fattura se ne aggiungono almeno altre tre operazioni, quella di effettuare la ritenuta Iva sul mandato di pagamento, quella del reintroito in bilancio dell’Iva trattenuta con apposita reversale e quella del mandato di pagamento dell’Iva reintroitata all’erario.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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