30 Ottobre 2014 - 15.54

EBOLA, da Arcugnano chiedono provvedimenti anti-psicosi

ebola arcugnano prefetto
Presa di posizione del Sindaco di Arcugnano, Paolo Pellizzari, che di fronte agli episodi di psicosi e alla martellante richiesta di informazioni da parte dei cittadini chiede chiarimenti e interventi al prefetto di Vicenza. A dargli spunto, oltre che le richieste di informazioni anche il caso recente di una bambina di Porto Romano di Fiumicino, Chanel, di 3 anni, tornata da un viaggio in Uganda con la famiglia ed al cui rientro a scuola si sono opposti i genitori degli altri alunni.”Se quella bambina entra in classe, escono i nostri figli”. Così avrebbero detto le mamme, che intendevano aspettare di farla entrare a scuola solo trascorsi i 21 giorni di incubazione previsti per la malattia. Questo nonostante il padre, carabiniere, avesse comunicato di aver sottoposto le figlie a tutti gli esami, risultati negativi, “la bambina non ha avuto alcun sintomo particolare: né febbre né raffreddore, e l’Uganda non è un Paese a rischio Ebola”. Solo dopo una settimana la bimba ha potuto tornare a scuola.
Arzignano ha una superficie molto estesa ed è anche in alcune aree, zona di passaggio. In questi giorni molti cittadini, prevalentemente genitori di bambini che frequentano le scuole materne, elementari e medie nel Comune di Arcugnano (circa 800), hanno chiesto con preoccupazione informazioni sull’Ebola al sindaco, Paolo Pellizzari, tanto che il primo cittadino, in qualità di referente dell’autorità sanitaria sul proprio territorio, ha impugnato la penna ed ha scritto al prefetto di Vicenza Eugenio Soldà.
Pellizzari chiede se esista un protocollo operativo che permette di intervenire in maniera appropriata, in caso di sospetta presenza del patogeno, soprattutto nella popolazione studentesca. Chiede inoltre se esistano nel Comune di Arcugnano persone a rischio e quali procedure si debbano adottare nel caso di famiglie, persone o studenti di rientro dalle zone a rischio; infine chiede se le scuole siano state coinvolte e formate ad affrontare sia il caso di alunni di rientro dalle zone a rischio, sia l’impatto emotivo di genitori preoccupati per la salute dei propri figli.
Obiettivo del sindaco, oltre che tutelare la salute dei propri concittadini è anche quello di evitare che la psicosi dilagante provochi episodi spiacevoli e discriminatori simili a quello della bambina di Porto Romano.

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