23 Marzo 2020 - 12.29

Dalla carta igienica al gregge: lezioni di inciviltà e cialtroneria dall’estero

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di Alessandro Cammarano

In tempo di emergenza assoluta – a proposito: state a casa! non pisciate il cane quindici volte al giorno! non fate corsette! – l’adagio “mal comune mezzo gaudio” non solo non vale, ma non è neppure di buon gusto, anche perché si rischia di fare la fine dei marinai che Géricault ritrasse nel 1818-19 nella sua “Zattera della Medusa”e che alla fine si mangiarono tra di loro dopo essere impazziti.

Qualche sassolino dalle scarpe, però vale la pena di levarselo, magari con leggerezza, sdrammatizzando, senza astio, con un sorriso. Che il Covid-19 – partito da qualche pipistrello che, a detta di chi ne sa di natura, è arrivato fino a noi perché a furia di distruggere i loro habitat gli animali arrivano nelle città in cerca di cibo e si trovano una casa nuova – sarebbe stato un’emergenza planetaria era chiaro a molti, non a tutti, fin dall’inizio; purtroppo i personalismi, gli “a noi non succederà nulla!”, i “chi è più bravo di noi?” hanno da principio avuto la meglio sul buon senso.

Il virus, oltre ad essere incredibilmente furbo, è anche terribilmente democratico e non fa distinzioni di etnia, cultura e censo.

Il nostro Paese, vittima anch’esso di un breve periodo di sottovalutazione dell’emergenza, ha rapidamente raddrizzato la barra ponendo in essere un formidabile piano sanitario, un modello di azione che, al netto delle “intemperanze” di alcuni nostri concittadini poco inclini al rispetto delle regole, sta diventando esempio anche per gli altri Paesi, quelli che fino a poche ore prima di trovarsi nelle péste si burlavano di noi. Magra consolazione, ma meglio tardi che mai.

Parlavamo di sassolini:

il truccatissimo e cotonato Presidente USA, che è scarso come uomo di spettacolo, figuriamoci come capo di Stato, ha inizialmente dichiarato che il Grande Paese era completamente immune. Al dilagare dell’epidemia, dal New Jersey alla California – non gestita, visto che il costo di un tampone faringeo viaggia sui tremila dollari ed è tutto a carico del paziente – la gente che ha fatto? È corsa ad assaltare i negozi di armi, comprando di tutto, dalla scacciacani al bazooka, evidentemente convinta che l’astuto Covid–19, spacciato dal POTUS – che non è una pianta da appartamento ma l’acronimo di President Of The United States – abbia le dimensioni di un bufalo delle praterie. Geniale no? In rete girano video di uomini e donne assatanati che danno l’assalto ai supermercati a caccia di…carta igienica. Capisco che la mancanza del bidet – che rappresenta uno degli apici della civiltà, tra l’altro – possa causare psicosi da mancanza di cellulosa igienica, ma prendersi a mazzate come nemmeno fra Zulu e Inglesi alla battaglia di Isandlwana pare davvero eccessivo. Capelli strappati, occhi neri, omeri contusi, lievi traumi cranici, e tutto per non sapersi dare una lavata alle pudenda.

Peggio hanno fatto gli Inglesi in piena Brexit, grazie al loro Primo Ministro, che sembra il gemello più giovane del POTUS di cui sopra e con il quale forma una tragica versione in carne ed ossa dei terribili gemelli PincoPanco e PancoPinco di “Alice nel paese delle meraviglie”. Mister Johnson confidava sull’”immunità di gregge”, ovvero sul “contagiamoci tutti – come facevano le mamme cretine coi morbillo-party – e alla fine saremo tutti immunizzati”.

Non aveva calcolato che circa un terzo della popolazione sarebbe passata a miglior vita non prima di aver distrutto il sistema sanitario nazionale. Inizialmente c’erano state anche le dichiarazioni irridenti di un noto medico da reality, il dottor Christian Jessen, belloccio e palestrato, uscitosene con un geniale “il virus è una scusa degli Italiani per stare a casa a fare la siesta”: minchione col botto! Il tutto è durato quarantott’ore scarse e il simpatico Bojo si è presentato in televisione perfettamente spettinato e sudaticcio comunicando ai sudditi di Elisabetta Seconda che sarebbero state messe in atto procedure di contenimento molto simili a quelle italiane.

Guarda un po’.

Vi ricordate poi il Presidente francese? Quello che all’inizio dell’epidemia si faceva vedere a teatro a braccetto con la Première Dame ostentando un sorriso plastificato e la certezza che nelle Gallie mai il virus sarebbe giunto? Ecco, adesso corre ai ripari, ma i Francesi quando ci si mettono sono indisciplinati quanto noi e le file ai supermercati – sempre per la carta igienica, suppongo – sono chilometriche e senza nessuna distanza tra le persone. Ah…ad emergenza dichiarata in Francia si è andati a votare per il primo turno delle Amministrative; il secondo, adesso, è rimandato a data da destinarsi. Geniale! Restano gli Spagnoli; anche in terra iberica la sottovalutazione del problema balza agli occhi. La movida di Madrid è proseguita anche a misure draconiane messe in atto, tanto che si è dovuto mobilitare l’esercito. Di positivo c’è che sono sospese le corride e chi scrive è felice per i tori. Da noi ancora non si vede la luce, ma stiamo lavorando bene e, grazie al cielo, abbiamo il bidet.

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