11 Settembre 2019 - 13.52

Da Vicenza class action contro Facebook per le sue censure

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Nelle scorse settimane il social network Facebook ha chiuso definitivamente e permanentemente il profilo personale di molti suoi utenti: tra questi Alex Cioni, esponente politico della destra vicentina e consigliere comunale di Schio. Una decisione presa senza troppe spiegazioni, limitandosi ad una stringata notifica che accennava ad una generica “violazione della community sulla diffusione di contenuti e discorsi d’odio”.

“Facebook ormai non è più solo una piattaforma privata – afferma Alex Cioni – visto che la sua valenza politica e sociale a livello globale è ampiamente riconosciuta da studi e persino da sentenze dei tribunali. Come tale, quindi, non può arbitrariamente decidere di chiudere un profilo, fatte salve conclamate e motivate violazioni della propria policy”.

L’esponente vicentino iscritto a Fratelli d’Italia non ha accettato di buon grado l’eliminazione del suo profilo e la censura promossa sulla partecipazione al convegno di Casapound dell’Assessore Regionale Donazzan: per questo fa sapere che non lascerà perdere quello che considera “un atto arbitrario che limita la libertà di espressione e di opinione”, proponendo ai tanti utenti che hanno subito la stessa sorte una vera e propria “class action contro Facebook”.

“In una sentenza del tribunale di Pordenone dello scorso dicembre, il giudice diede ragione ad un utente che si era visto disattivare e cancellare il profilo permanentemente; in sostanza per il giudice di Pordenone, Facebook aveva violato l’articolo 21 della Costituzione italiana” spiega Cioni, che conclude “concordo con l’Assessore Regionale Donazzan nel dire che risulta evidente la sussistenza di un disegno ben preciso, mirato a cancellare le voci dissonanti rispetto ad una narrazione minoritaria ma dominante che trova per l’appunto il sostegno dei poteri forti e di buona parte del sistema mediatico propedeutico ad indirizzare l’opinione pubblica verso un unico filone di pensiero. Lancio per queste ragioni una class action contro questa palese violazione della libertà di opinione personale di tantissimi utenti facebook, raggiunti nelle ultime ore da ingiustificate censure”.

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