19 Gennaio 2018 - 10.14

CRESPADORO – STOP A DUE CENTRALINE ELETTRICHE

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Importante risultato per il Comune di Crespadoro e la vallata del Chiampo, grazie alla sinergia di Comune, Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, Acque del Chiampo e soprattutto Regione Veneto. Il Comitato regionale VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) ha, infatti, dato parere negativo alla richiesta di realizzazione, da parte di società private, delle due principali centraline idroelettriche, quella di Campodalbero e quella della Valbona, in Comune di Crespadoro.
Stamane, nella sede municipale di Crespadoro il sindaco, Emanuela Dal Cengio, ne ha dato notizia assieme al presidente del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, Giorgio Gentilin e al consigliere delegato di Acque del Chiampo, Andrea Pellizzari. Presente anche Nicola Finco, capogruppo in Consiglio Regionale della Lega Nord, che si è fatto promotore dell’istanza del Comune contro la realizzazione di 11 centraline nel territorio di Crespadoro.

In totale il Comune di Crespadoro è interessato da 11 centraline. Una di queste è già stata realizzata, una è in costruzione. Per quanto riguarda le rimanenti nove, è stato dato parere contrario alle due principali mentre per un’altra si prospetta a breve il parere del VIA Regionale. Infine, per una delle centraline, vi è stata la rinuncia da parte del richiedente.

Le due centraline sulle quali è stato dato parere negativo sono quella in località Valbona (che prevede un’intubazione di circa 1,2 km, un salto di 199 metri e una potenza di 68,32 kwh) e in località Campodalbero a ridosso della Piatta (intubazione di 1,3 km, potenza di 197,60 kwh e salto di 158 metri).

“E’ una prima importante battaglia vinta per la tutela ambientale del nostro territorio” dichiara il sindaco di Crespadoro, Emanuela Dal Cengio. “Ringrazio vivamente il Consiglio di Bacino, Acque del Chiampo e Nicola Finco che in Regione si è battuto per dare voce alle istanze della comunità di Crespadoro. Le centraline previste sul nostro territorio sono altamente impattanti. Non sono contraria alle fonti rinnovabili -continua Dal Cengio- ma mi oppongo con ogni forza allo sfruttamento generato dall’interpretazione di questa legge. Ricordo che le centraline progettate si trovano tutte lungo il corso principale del torrente Chiampo per un tratto di circa 15 chilometri (una di queste è prevista nella zona di Valbona, su un affluente del Chiampo, sotto la sorgente di Bressavalda). Ricordo anche che i privati, in fase di presentazione dei progetti indicano portate e deflusso minimo degli impianti che sono poi difficili da controllare. Il nostro impegno per porre fine a questo scempio del territorio continuerà”.

“Su richiesta del sindaco di Crespadoro e del Comitato Esecutivo del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, Acque del Chiampo ha dato il proprio supporto tecnico fin dall’inizio” -dichiara il Consigliere Delegato di Acque del Chiampo Spa, Andrea Pellizzari- “perché in questo caso si parla di rispetto dell’ecosistema e siamo di fronte ad iniziative che compromettono il fragile, delicatissimo e prezioso equilibrio di un territorio. Nessuno ha intenzione di contrastare gli obiettivi della legge che è orientata all’incentivazione delle energie rinnovabili, ma dalla illustrazione del sindaco Dal Cengio è apparso come ci si trovasse di fronte all’infelice applicazione di una legge nata con le migliori intenzioni, ossia favorire ed incentivare fonti di energia rinnovabile. La sinergia fra Acque del Chiampo, Consiglio di Bacino e Regione Veneto -conclude Pellizzari- permette di dare voce alle istanze di sindaci, come quello di Crespadoro, che quotidianamente si impegnano per la tutela del territorio e che da soli, a volte, faticano ad avere voce in capitolo”.

“Quando il sindaco ci ha presentato il problema ho subito coinvolto il Consiglio di Bacino con il suo Comitato Esecutivo e abbiamo subito espresso la nostra contrarietà alle centraline nella zona di Crespadoro”, ha dichiarato il presidente del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, Giorgio Gentilin. “Il nostro obiettivo è difendere l’acqua, il nostro ‘oro blu’. La questione ha assunto un’importanza maggiore negli ultimi anni, in cui è stata registrata una fase di prolungata siccità, che ha coinvolto i Comuni che devono fornire l’acqua alla Valle, ai suoi cittadini e alle sue aziende.
La nostra attenzione per il territorio è quindi massima e saremo sempre a fianco del Comune di Crespadoro contro il danno ambientale provocato dalla costruzione di questi manufatti”.

“La Regione Veneto ha fatto pressione sul Ministero dell’Ambiente perché il territorio Veneto è saturo” ha dichiarato Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale. “E’ stato chiesto al ministro Galletti di intervenire in maniera drastica, perché il sistema di incentivi statali previsto per questo tipo di impianti privati, che hanno lo scopo di favorire le fonti di energia rinnovabili, è molto impattante sul territorio e prevede la costruzione di manufatti attraverso i quali l’acqua viene intubata per lunghi tratti per generare energia elettrica. Gli effetti sul paesaggio, la flora e la fauna sono devastanti.
La situazione -ha aggiunto Finco- è aggravata dal fatto che le centraline realizzate da fonti rinnovabili vengono considerate come opere di pubblica utilità, urgenti e indifferibili, con procedura di valutazione semplificata, secondo l’art 12 della Legge 387/2003. Vengono realizzati da società quasi sempre estranee al territorio per fini privati mettendo in pericolo l’ecosistema. E’ una tematica molto sentita. Siamo in presenza di due province, Vicenza e Belluno, massacrate dalla distorsione di una legge che dovrebbe tutelare l’ambiente. Sono già 100 le centraline sparse nei territori montani del Veneto e vi sono decine di pratiche avviate, perché il sistema degli incentivi. Come Regione -conclude Finco- possiamo fare una valutazione tecnica con il VIA per frenare interventi ad alto impatto ambientale che hanno come obiettivo l’interesse di pochi, il guadagno di privati, ai quali molto spesso dell’ambiente interessa fino ad un certo punto”.

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