23 Febbraio 2021 - 17.34

Covid… le sere a casa con le pubblicità orrende 2.0

di Alessandro Cammarano

Uno dei pochissimi aspetti positivi del primo lockdown- che iniziò più o meno un anno fa – fu quello di aver posto un freno alle pubblicità orrende che dilagavano in televisione. Durante i mesi di forzata clausura era tutto un fiorire di gattini “pucciosi”, di abbracci e arcobaleni, di nonne premurose e famigliole che non esistono nemmeno nella più iperglicemica delle soap-opera.

Non poteva durare per sempre: la natura del pubblicitario è già perversa di suo e se ad essa si aggiunge lo spirito di rivalsa a seguito della mal e mai digerita ondata di spot pieni di solidarietà e calore familiare allora la catastrofe non è più solo annunciata ma diventa terrificante certezza.

Sono tornati i biscotti con riso ma senza lattosio e con loro il jingle più orrendo di sempre “danzato” da una banda di sfigati che al confronto un gruppo di chierichetti sembrano i surfisti di “Un mercoledì da leoni”.

È riapparsa anche l’acqua per le ossa, quella dell’ex calciatore ancora carino e sempre educato, purtroppo mal accompagnato dall’uccelletto petulante che, se uno non fosse strenuamente contrario alla caccia, farebbe venire voglia di appostarsi in un “roccolo” imitando il richiamo della passera innamorata nella speranza che il pennuto ciarliero cada finalmente nella nostra trappola.

Nel campo delle acque minerali ha fatto il suo ingresso in televisione quella che “regola le funzioni intestinali” con soli due bicchierini la mattina a digiuno. Si chiama “Fonte essenziale”; io, che non sono pubblicitario, l’avrei battezzata più semplicemente “Cagotta”.

Per gli stitici è disponibile anche un nuovo prodotto dal nome che non lascia dubbi, ovvero “Vado”; dove è facilissimo da immaginare.

Terrificante quella dell’erborinato bavarese, variante teutonica-meridionale del gorgonzola e del Roquefort, con un motociclista super fashion – che si rivela ben presto per un montanarazzo barbuto e col cappello alla nonno-di-Heidi sotto il casco – sfrecciante su strade montane verso una malga dove una ragazzona tutta bianca e rosa gli sta preparando un piattone di tocchi del pestilenziale cacio elegantemente agghindato di fiorellini montani che forse dovrebbero almeno in parte mitigarne l’olezzo.

Agghiacciante lo spot dei cubetti di salumi da “carbonara” prodotti da un’azienda omonima di un’altra che da secoli produce armi da fuoco. La musichetta fa venire voglia di armare una bombarda e sparare un proiettile che riduca i cubetti “cubi-cu” in un patè di pancetta.

Ultima, ma da trattare con tenerezza, la pubblicità con protagonista la deliziosa Paola Marella – sorella buona di Crudelia deMon – che ha difficoltà a pronunciare la sequenza sibilante-dentale-fricativa “S-T-R”. Ne consegue che “Chiama Facileristrutturare.it” diventa una cosa tipo “Chiama Facileisttuare.it”; però suvvia, la Marella non è mica un’attrice…forse…

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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