7 Febbraio 2020 - 21.46

Coronavirus… dove sono i No-vax?

di Stefano Diceopoli

In queste giornate in cui siamo subissati dalle notizie relative all’epidemia del nuovo coronavirus scoppiata in Cina, in cui tutti si sentono autorizzati a dire la loro, indipendentemente dal livello di conoscenza o di preparazione scientifica, c’è un silenzio assordante da parte dei movimenti No Vax.

Penso lo avrete notato anche voi!    Da quando si sono diffuse le prime notizie da Wuhan, con tutto il corollario di decisioni  e misure finalizzate a bloccare la diffusione del virus, i mitici genitori No Vax, o No Obbligo, sembrano scomparsi.

Non abbiamo più visto i comunicati roboanti contro i vaccini, e contro le presunte speculazioni delle multinazionali farmaceutiche a danno dei bambini.

Spariti i cartelli contenenti slogan tipo “I Governi al soldo di Big Pharma invadono un terreno che non gli appartiene. Quel terreno siamo tutti noi”,   oppure “Non siamo contro i vaccini, ma vogliamo decidere noi come e quando vaccinare i nostri figli”.   Che ovviamente equivale a dire MAI.

Non abbiamo più assistito alle manifestazioni colorate di magliette arancione e piene di deliranti invettive contro i vaccini, di rivendicazioni del diritto di mandare a scuola i propri pargoli senza sottoporli alla “tortura vaccinale”, ed ai rischi di autismo, peraltro mai provati e nettamente negati dalla comunità scientifica internazionale.

Dove sono quel centinaio di genitori che a Belluno sono finiti sotto inchiesta per aver falsificato le autocertificazioni , attestando per i figli vaccinazioni mai avvenute? 

Come mai questo improvviso silenzio?

Cosa pensano adesso questi cultori della libertà di non vaccinarsi, che fino ad un mese fa intasavano i social network con le loro ricette?

Non è dato saperlo, visto che sembrano scomparsi nel nulla.

Che si tratti di una ritirata strategica, in attesa di poter tornare ad urlare le loro teorie antiscientifiche non appena la medicina ufficiale sarà riuscita ad arginare il contagio, o ad individuare una profilassi adeguata, e perché no, magari un vaccino?

Non è che, sotto mentite spoglie, i nostri No vax si sono mimetizzati fra coloro che in questo momento invocano la quarantena per i tutti i bambini con gli occhi a mandorla, anche quelli che la Cina l’hanno vista solo in fotografia, e che sono la maggioranza? 

Non vogliatemene, ma ho l’impressione che fare gli “avversari dei vaccini” sia molto più facile quando la situazione sanitaria è tranquilla, ed il cosiddetto “effetto gregge” lo garantiscono gli “altri”.   Che, parafrasando una frase più scurrile, sarebbe come dire “fare i no vax con il … vaccino… degli altri”.

Molto meno agevole, e soprattutto meno produttivo dal punto di vista della propaganda, mettersi su posizioni antiscientifiche ed antistoriche quando “il morbo infuria”, quando la gente è terrorizzata e spera che qualche laboratorio riesca a creare un vaccino contro l’infezione.

Eppure il 26 gennaio scorso alla elezioni regionali in Emilia Romagna c’era addirittura una lista promossa dai No vax, denominata “Movimento 3V – Vaccini vogliamo verità”.   Che si è attestata in Romagna attorno all’1%, con la migliore performance in provincia di Rimini, guarda caso il territorio dove negli anni passati la copertura vaccinale è risultata fra le più basse della Regione Emilia Romagna.

Dati che il noto infettivologo Roberto Burioni ha cosi commentato: “Le elezioni hanno fornito un dato molto interessante. I babbei cavernicoli che sono convinti che i vaccini facciano male in quella regione sono 10.979, pari allo 0,47% degli elettori.  In altre  parole  politicamente sono irrilevanti, ma dal punto di vista della salute pubblica, non vaccinando i loro figli e spaventando gli altri genitori, possono fare molto danno”. E ancora “ A elezioni avvenute posso dire che Bonaccini è stato il primo in Europa a capire la pericolosità degli anti vaccinisti, ed è stato il primo a pensare all’obbligatorietà.  Sono felice che gli elettori lo abbiano premiato, e spero che continui nei prossini cinque anni a difendere la salute degli emiliano romagnoli”.

Io credo sia comprensibile questo sfogo di Roberto Burioni,  cui di recente la prestigiosa rivista Science ha dedicato un editoriale di quattro pagine, definendolo lo “schietto difensore delle prove scientifiche sui vaccini e su altri temi della salute”.   Ruolo che gli va sicuramente riconosciuto.

Non so se ricordate quella puntata di Virus, su Rai 2,  del maggio 2016 in cui lo scienziato si trovò a fare da contraltare a due anti vaccinisti convinti come Red Ronnie ed Eleonora Brigliadori.   In quell’occasione il virologo del San Raffaele, pur avendo pochi minuti per replicare, mantenne il suo messaggio semplice, pronunciando fra l’altro queste parole: La terra è rotonda, la benzina è infiammabile, ed i vaccini sono sicuri ed efficaci.  Tutto il resto sono bugie pericolose”.

Il vero problema nella nostra Italia è che anche materie in cui dovrebbero parlare solo gli scienziati, diventano strumenti di lotta politica, con la conseguenza che il tema viene banalizzato, e oggetto di “chiacchiere da bar”.

Tanto è vero che molti movimenti No vax pensarono di aver trovato nel Movimento 5 Stelle il proprio referente politico, salvo poi ricredersi quando Beppe Grillo fu fra i sottoscrittori del “Patto per la scienza”, proposto proprio da Burioni per sostenere la ricerca scientifica e contrastare la pseudomedicina.

Ma qualche incoerenza è riscontrabile anche nella politica della Lega.

Luca Zaia ad esempio, a nome della Regione Veneto propose nel 2017 ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge sull’obbligo vaccinale, ricorso poi respinto dalla Consulta.   Ed è lo stesso Luca Zaia che in questi giorni ha firmato assieme ai Presidenti di Lombardia e Friuli, ed a quello della Provincia autonoma di Trento, una lettera al Governo in cui si chiede un periodo di isolamento per i bambini che rientrano da un viaggio in Cina.

Richiesta quest’ultima giudicata “oltremodo ragionevole” dallo stesso Roberto Burioni, ma questa istanza di applicare ai bimbi cinesi il “principio di cautela”, quanto a coerenza fa a pugni con il precedente ricorso pro libertà di non vaccinare.

E’ evidente che quando c’è di mezzo la salute dei cittadini, soprattutto dei più piccoli, la politica dovrebbe muoversi con i piedi di piombo, avendo come unico punto di riferimento l’interesse generale o non quello dei Partiti.

Inseguire i voti di quelli, di solito minoranze chiassose, che si oppongono a qualcosa che coinvolge tutti indistintamente, costringe spesso ad incomprensibili dietrofront, soprattutto quando dall’opposizione ci si trova ad avere responsabilità di governo. 

Oltre a tutto i capi partito dovrebbero avere sempre ben presente che i cittadini sono “volubili”, ed il loro sentiment è soggetto a cambiare a seconda della situazione del momento.

E così succede in modo particolare ogni qual volta si alza il livello di allarme, come si è visto di recente in Provincia di Bergamo, quando si sono riscontrati in un breve lasso di tempo alcuni casi di meningite.  Anche in quella occasione si era diffuso fra i cittadini un notevole allarmismo, amplificato dai social network e da una intensa copertura dei giornali.  Con il risultato che c’è stato un assalto ai presidi sanitari della zona con code anche nelle ore notturne,  l’esaurimento delle scorte dei vaccini, e addirittura l’apertura di ambulatori straordinari con la richiesta di rifornimenti e rinforzi per immunizzare la popolazione sotto i 60 anni.

Come si vede, quando “la paura fa 90” la gente pensa più alla pelle che alle teorie antivacciniste.

Le quali, passatemi l’immagine, sembrano essere il frutto di una società opulenta, che non si trova come in altre parti del pianeta a combattere giornalmente con pandemie gravissime e mortali, dall’Ebola al morbillo alla malaria solo per citarne alcune, e che quindi ha il tempo di discettare su temi antiscientifici, rifiutando presidi risolutivi come i vaccini, e rischiando così di scavare fossati fra scienziati e cittadini.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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UNICHIMICA

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