2 Marzo 2020 - 10.40

Consiglio comunale di Vicenza, verso la modifica del regolamento

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Il presidente del consiglio comunale ha illustrato venerdì mattina nel suo ufficio l’ipotesi di modifica del regolamento del consiglio di Vicenza necessaria per sanare alcune anomalie e contraddizioni che rendono talora problematici i lavori dell’assemblea, per allineare  chiaramente alcune parti del regolamento alle previsioni del vigente statuto e per semplificare e dare maggiore trasparenza all’attività del massimo organo collegiale del Comune a garanzia di tutti i suoi componenti.

“Abbiamo concluso la prima parte di un intenso lavoro che ci porterà alla ridefinizione del regolamento del consiglio comunale con l’obiettivo di migliorarne e di semplificarne il funzionamento e di allineare chiaramente il suo contenuto con le previsioni dello statuto comunale e con la normativa nazionale – spiega il presidente del consiglio -. Ora condivideremo la proposta con tutti i consiglieri prima dell’approdo in consiglio “.

Per raggiungere l’obiettivo è stato istituito un gruppo di studio con il presidente del consiglio, il vice presidente, tre membri della maggioranza e due della minoranza, indicati dai capigruppo.

Il presidente stesso ha fatto sintesi delle proposte emerse redigendo un unico testo con la collaborazione del segretario generale. La bozza è stata presentata e consegnata a tutti i componenti del gruppo di studio che si confronteranno con i consiglieri comunali ed entro un mese faranno pervenire le osservazioni.

Il presidente, quindi, riunirà nuovamente il gruppo di studio per poi predisporre una delibera che seguirà l’ordinario iter istituzionale.

Le modifiche principali si riferiscono all’introduzione della disciplina, oggi assente, della seconda convocazione con l’indicazione del numero minimo di consiglieri, diverso da quello previsto per la prima convocazione, per rendere valida la seduta, in conformità alla vigente normativa. L’assenza di una specifica regolamentazione sul punto rappresenta un’eccezione rispetto a tutti gli altri capoluoghi di provincia del Veneto. Si pensi ad esempio a Padova dove, in seconda convocazione, già è da tempo previsto che le deliberazioni sono valide purché intervenga almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge senza computare il sindaco.

Verranno ridefinite le materie attribuite alle commissioni permanenti che hanno funzione consultiva  preventiva sulle delibere ed, in particolare, disciplinata, in conformità alle previsioni del vigente statuto, quella di controllo e garanzia che non ha funzione istruttoria preventiva ma, in particolare,  la funzione di valutare i risultati dei controlli previsti dalla legge ed effettuati dagli uffici e servizi e di esaminare i principali atti di rilevante interesse di organismi partecipati dal Comune.

Tra le altre modifiche vi è quella relativa all’introduzione della possibilità per il consigliere che presenta ordini del giorno, emendamenti o domande di attualità  di illustrarli in Consiglio e non più, esclusivamente, di fare  dichiarazioni di voto. Prima questa disposizione non era prevista.

Gli emendamenti dovranno essere presentati, non come avviene ora entro le ore 12 del giorno del consiglio, ma entro le 12 del giorno precedente, questo per consentire un adeguato esame e per acquisire in tempo i pareri di regolarità tecnica e contabile obbligatori.

Per le domande di attualità sarà prevista l’alternanza nella trattazione in consiglio tra quelle presentate dalla maggioranza e quelle della minoranza, per evitare che, rispettando la sola precedenza di arrivo  ci si trovi, come già accaduto, ad esaminare solo domande di attualità presentate dalla maggioranza o dalla minoranza.

Verrà disciplinata anche la questione delle interrogazioni che ora rimangono indiscusse per diverso tempo. Il nuovo meccanismo prevede la presentazione sempre in forma scritta, ma con l’obbligo per il consigliere di indicare se richiede risposta scritta o orale. Nel primo caso la risposta deve essere obbligatoriamente trasmessa dall’Assessore entro 60 giorni; nel secondo caso  la risposta, richiesta in forma orale, dovrà essere data entro tre consigli successivi. Sono previsti ulteriori meccanismi al fini di garantire comunque una risposta in data certa. In questo modo entro sei mesi al massimo si potrà ottenere una risposta, evitando così che venga meno l’attualità dell’interrogazione.

Le commissioni potranno fare proposte di delibere, prerogativa fino ad oggi di assessori e consiglieri.

I cartelli potranno essere esposti in aula solo se non offensivi o sconvenienti, a seguito di autorizzazione del presidente del consiglio e per un tempo massimo previsto.  L’obiettivo è non disturbare lo svolgimento della seduta.

Inoltre la materia della sicurezza, attualmente non attribuita ad alcuna commissione, sarà inserita tra le competenze della seconda commissione.

Infine, per quanto riguarda l’espressione del voto mediante dispositivo elettronico, in caso di errore il consigliere potrà far risultare dal verbale la propria effettiva volontà, possibilità oggi non prevista.

Il presidente del consiglio auspica che lo spirito di fattiva collaborazione fino ad ora manifestato da tutti i componenti del gruppo di studio possa proseguire per arrivare in consiglio comunale con  un testo quanto più possibile condiviso.

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