11 Febbraio 2020 - 14.50

Confcommercio Vicenza dice “no” all’aumento dell’Iva

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L’ipotesi che il Governo possa decidere di aumentare l’aliquota IVA riferita a hotel e ristoranti preoccupa Confcommercio Vicenza, che conta migliaia di imprese iscritte di questo settore. “Sarebbe un colpo – spiega Sergio Rebecca, presidente dell’Associazione vicentina – che metterebbe in ginocchio un intero comparto, l’unico in questo momento economico in grado di crescere ed apportare benefici all’economia italiana in generale. Se guardiamo anche solo dentro i nostri confini, sono le attività di questo comparto che registrano un andamento positivo, in sintonia con le politiche di sviluppo turistico che si stanno mettendo in campo”.
“Proprio in considerazione di questo – aggiunge Rebecca – preoccupa soprattutto la visione miope della politica in questo momento, che con un intervento del genere farebbe sicuramente perdere competitività al nostro sistema turistico, a tutto vantaggio dei nostri vicini concorrenti, come Francia, Spagna, penalizzando quindi gli italiani in genere”.

La possibilità di aggravare l’Iva, oggi al 10%, ai danni di hotel e ristoranti era stata ventilata in questi giorni come possibile mezzo del Governo per trovare nuove risorse da utilizzare per l’ambizioso taglio dell’Irpefdeciso in Manovra. Nella serata di ieri però, un lancio di Adnkronos ha riportato la smentita  sul tema da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze; il lavoro per la semplificazione e per la riduzione della pressione fiscale, avrebbero fatto sapere da via XX Settembre, è focalizzato sull’Irpef.

“In ogni caso – aggiunge Rebecca – sarebbe meglio che si concentrasse l’attenzione su interventi mirati ad agevolare le imprese che operano nel settore dell’accoglienza turistica, piuttosto che penalizzare uno tra i pochi settori dell’economia italiana che dimostra dinamicità e buone performance. E’ invece auspicabile un’azione incisiva per ridurre la sacca di attività abusive, soprattutto per quanto riguarda il comparto della ricettività, che non solo sviano il fisco, ma alimentano quotidianamente un flusso di concorrenza sleale dannoso per tutte le imprese in regola. Altri interventi
che chiediamo da sempre come Confcommercio, sono misure per rilanciare i consumi e la produzione interna, puntando sul lavoro e su una fiscalità meno opprimente. Solo così si comincerà a dare ossigeno prezioso all’economia del nostro Paese”.  

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