3 Luglio 2015 - 11.54

Confagricoltura: "No al latte in polvere nei formaggi veneti"

Formaggi-

Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza: “I consorzi devono tutelare la tipicità delle nostre produzioni”.
L’Asiago dop prodotto con il latte in polvere? Confagricoltura si oppone e invita i consorzi di tutela a non abbassare la guardia: “La tipicità delle nostre produzioni va salvaguardata”.
Il timore di formaggi prodotti con latte in polvere nasce all’indomani della lettera inviata nei giorni scorsi dalla Commissione europea all’Italia, che chiede “la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, concentrato e ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari, previsto da una legge nazionale che risale al 1974”.
Secondo la Commissione europea la normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, stante che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” sono di uso comune.
Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza, spiega che “questa disposizione europea non tocca in alcun modo le produzioni di qualità certificata e i nostri formaggi Dop che nel Veneto sono l’Asiago, la Casatella Trevigiana, il Grana Padano, il Montasio, il Monte Veronese e il Piave Oro. Ma anche le altre specificità dei formaggi italiani e veneti prodotti con latte fresco vanno salvaguardate. Non dobbiamo permettere la cancellazione della tipicità delle nostre produzioni che sono frutto di cultura e tradizioni centenarie. Ci sono svariati formaggi di qualità e di eccellenza, come i formaggi di malga, che non possono essere uniformati cancellando gusti e sapori tipici frutto della nostra storia. La Comunità europea deve unire le identità nazionali, non cancellarle.”
Lorenzo Nicoli, Presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli veneti, rimarca che “l’Italia deve attivare da subito una migliore etichettatura dei prodotti lattiero-caseari, obbligando la distinzione chiara tra quelli ottenuti utilizzando latte fresco e quelli per i quali sono stati impiegati anche latte condensato o in polvere, poiché la normativa europea sull’etichettatura, a detta anche della Commissione, permetterebbe una tale distinzione.
Dobbiamo assolutamente difendere la qualità e l’eccellenza della produzione casearia del Veneto e questo si può fare attraverso un’etichettatura mirata del prodotto e attraverso la sua pubblicizzazione e promozione sia in Italia, sia all’estero”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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