11 Settembre 2019 - 8.36

Coldiretti sul nuovo casello A31 a Marano Vicentino

 Ha lasciato molto amaro in bocca suscitando non poche perplessità e contrarietà il progetto per la realizzazione di un nuovo casello autostradale sulla A31 in territorio comunale di Marano Vicentino.

In un tempo in cui si parla della necessità di sviluppare la mobilità sostenibile e di limitare il consumo del suolo, ci si trova ancora a parlare di sviluppo di nuove strade, senza un’analisi approfondita dei benefici che queste potranno portare all’intera collettività, al territorio ed all’ambiente.

A parere di Coldiretti, infatti l’idea di realizzare il nuovo casello non è stata sufficientemente supportata da dati certi che ne possano esprimere l’utilità economica ed ambientale.

La proposta di creare un nuovo svincolo nasce dall’esigenza di sgravare il traffico che si crea nelle ore di punta nella zona industriale di Thiene, ove è presente l’attuale casello autostradale (ad una distanza di 3 km): questo, però, senza un’analisi attenta ed approfondita dei dati del traffico attuale. La congestione del traffico nell’area thienese quanto dipende da coloro che si dirigono in autostrada e quanto dipende da chi si dirige in zona industriale, a Malo o verso l’attuale Gasparona o in direzione Villaverla-Caldogno? Questo è un dato che ad oggi non si conosce, ma è fondamentale per giustificare il costo dell’opera di oltre 20 milioni di euro.

La sensazione è che il traffico che si dirige in autostrada non sia così prevalente rispetto al traffico complessivo.

Preoccupa, poi, il conseguente sviluppo di tutta la viabilità ordinaria accessoria, che si svilupperà per collegarsi al nuovo casello, che dalle prime indicazioni va a consumare ulteriore terreno agricolo, creando nuove vie di traffico, senza un preciso studio sulla viabilità esistente.

Il consumo del suolo è uno dei fattori più incisivi nel peggiorare l’earth overshoot, ossia l’indice che evidenzia la velocità con cui si consumano le risorse naturali del pianeta.

L’area in cui si svilupperebbe il nuovo casello ha vocazione fortemente agricola: insistono su questi territori aziende agricole vitali e dinamiche nella produzione agroalimentare tipica e di qualità, spesso condotte da giovani imprenditori.

Sottrarre terreni a queste aziende, ne mette in discussione la sopravvivenza e lo sviluppo: per fare una parafrasi, l’azienda agricola sta al terreno, come un’impresa industriale o artigianale sta al capannone.

La perdita del suolo dipende non dipende solo dalla cementificazione conseguente alla realizzazione dell’opera, ma anche da tutti quegli appezzamenti residuali o interclusi, la cui dimensione o accessibilità non risulta economicamente utilizzabile.

Si consideri, inoltre, che l’area è interessata dall’Agritour, un progetto dedicato al viaggiare lento creato per tornare a vivere la campagna, tra Vicenza e le Piccole Dolomiti, attraverso percorsi su strade secondarie ed incontri con le aziende agricole, i loro prodotti ed il loro lavoro, a fruizione dei cittadini, realizzato in collaborazione con le amministrazioni comunali.

Non si vanifichi quanto, con impegno, è stato costruito finora in termini di sostenibilità ambientale e territoriale.

Coldiretti non è certamente contraria tout court alla realizzazione delle infrastrutture pubbliche, purché portino benefici alla collettività: ritiene, però, che vadano analizzate in modo appropriato e concertativo con la nuova ottica dei principi di sostenibilità che in tante aree dell’Europa si sta sviluppando, privilegiando ove possibile il sistema di trasporto pubblico.

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