30 Luglio 2020 - 9.26

Ciclismo vicentino nella bufera: fatture false per 1,4 milioni di euro, 53 denunciati

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I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno concluso, nei giorni scorsi, l’operazione “Ritorno in bici”, eseguendo un sequestro preventivo per l’importo di oltre 100.000 euro e denunciando complessivamente 53 persone.

Dei 53 denunciati, 5 sono responsabili, a diverso titolo, di due associazioni sportive dilettantistiche di Breganze: A.N., 70enne di Breganze (VI), A.G., 78enne di San Martino di Lupari (PD), F.C., 52enne di Curtarolo (PD), P.G., 38enne di Vedelago (TV), R.R., 46enne di Colceresa (VI). Gli altri 48 sono titolari di aziende che hanno ricevuto dalle associazioni e contabilizzato in dichiarazione fatture per operazioni parzialmente inesistenti, in quanto riportanti importi superiori a quelli effettivi.

L’attività investigativa ha tratto origine da una denuncia nella quale un cittadino, ciclista associato ad una società sportiva dilettantistica, ha evidenziato dubbi su presunti redditi conseguiti dalla stessa associazione, che pregiudicavano la sua corretta posizione fiscale. Gli approfondimenti dei Finanzieri del Gruppo di Bassano del Grappa, hanno consentito di svelare un articolato meccanismo di evasione fiscale.

In particolare, l’associazione della quale il ciclista faceva parte emetteva sistematicamente fatture per operazioni parzialmente inesistenti, aumentandone l’importo, in relazione a prestazioni di sponsorizzazione rese in favore di diverse imprese venete. Le fatture “gonfiate” permettevano agli sponsor di dedurre un maggiore imponibile di quello effettivamente pagato e di detrarre maggiore IVA. L’associazione, potendo vantare su un regime fiscale agevolato che permette il pagamento delle imposte sulla base di una percentuale dei ricavi, una volta incassate le somme, restituiva parte delle stesse alle aziende sponsorizzatrici. Per ricavare il contante da retrocedere ed evitare prelevamenti bancari diretti i gestori delle associazioni avevano ingegnato un metodo sofisticato: simulando la corresponsione di somme per prestazioni sportive a decine di associati, effettuavano versamenti su IBAN riferibili a carte prepagate intestate agli atleti, carte che di fatto erano nella disponibilità dei responsabili delle associazioni stesse. Versate le somme, si premuravano di ritirarle con un semplicissimo prelevamento agli sportelli automatici, in modo frazionato e, apparentemente, senza ingenerare alcun sospetto, se non quello sorto agli investigatori nella fase delle indagini, allorquando, esaminando i dati dei prelevamenti e delle celle telefoniche dei cellulari degli indagati, sono emersi anomali prelevamenti eseguiti, nel giro di pochissimi minuti, da decine di atleti allo stesso sportello automatico, proprio in coincidenza con la presenza di qualche indagato in quella precisa posizione.

Le evidenti anomalie sono state confermate in fase di perquisizione presso le abitazioni e le sedi delle società interessate, dove le Fiamme Gialle hanno rinvenuto importanti elementi, tra i quali degli inequivocabili file in formato excel con il resoconto della gestione reale degli effettivi flussi monetari delle associazioni.

I Finanzieri hanno denunciato i 5 responsabili delle associazioni, in concorso, per avere emesso fatture false per complessivi 1,4 milioni di euro, alle quali è seguita la restituzione di circa 750.000 euro in contanti, e per avere indebitamente utilizzato carte di credito e di pagamento effettuando 766 prelevamenti illeciti agli sportelli ATM.

I 48 titolari di imprese che hanno ricevuto le fatture, invece, sono stati denunciati per avere utilizzato in dichiarazione le fatture false. Nei confronti di alcuni è scattato il provvedimento di sequestro preventivo, che ha permesso di sottoporre la somma di 103.407 euro. Nei confronti di tutti, invece, la mirata e selettiva attività amministrativa di controllo fiscale ha permesso di constatare elementi negativi non deducibili per circa 400.000 euro ed IVA dovuta per circa 85.000 euro.

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