4 Maggio 2020 - 9.37

Ciambetti: “Oggi ripartono 60 mila imprese artigiane, l’antivirus di cui il Veneto ha bisogno”

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“Buona parte del mondo artigiano veneto, oltre l’89 per cento delle imprese artigiane, oggi riprenderà il proprio lavoro e questo è un segnale importante: il crollo del PIl nel nostro Paese è stato devastante e dopo l’emergenza sanitaria non possiamo affrontare l’emergenza sociale dettata da una povertà in crescita e segnata da tensioni sociali. Il lavoro e il rilancio dell’economia sono l’antivirus di cui il Veneto ha bisogno per evitare scenari potenzialmente drammatici”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto saluta “il ritorno al lavoro di circa 150 mila lavoratori con la speranza che a queste imprese e a questi lavoratori possano aggiungersi a breve anche altre attività, a iniziare a quelle del mondo della ristorazione, del turismo, del benessere e della cura delle persona, che non posso rimanere ulteriormente ferme e a maggior ragione in una terra come il Veneto che sull’ospitalità, l’accoglienza, la cultura e il turismo ha costruito una offerta tra le più interessanti, articolate e di alta qualità– ha proseguito Ciambetti – La salute non ha prezzo, ma la sanità costa e per sostenere una sanità di eccellenza serve che l’intera macchina socio-economica giri al meglio e possa così finanziare l’intero welfare. Il welfare e il benessere nascono dalla spirale virtuosa che parte dal lavoro, dalle attività imprenditoriali produttive, che creano prodotti o servizi e che attivano poi un vasto indotto. Per una impresa, di qualunque settore, girare al meglio significa lavorare, produrre e vendere e questo percorso non può assolutamente essere sostituito dall’indebitamento delle aziende, come qualcuno pensa: non esistono pasti gratis, né si può pensare di vivere sui debiti o sull’assistenzialismo di massa protratto a lungo e alla lunga insostenibile. Riaprire le botteghe, le officine, le fabbriche ma anche i negozi, gli alberghi, i ristoranti, i bar, le pasticcerie come i parrucchieri, i barbieri, le estetiste, e via dicendo è una necessità che non confligge con l’esigenza fondamentale di rispettare le norme di profilassi e prevenzione. Sbaglia chi pensa che la Fase 2 sia conseguenza della fine dell’emergenza Covid-19. Anzi: il ritorno alla vita produttiva – conclude Ciambetti – la riapertura delle fabbriche, non è conseguenza dello scampato pericolo. Si torna a lavorare per evitare una catastrofe maggiore, per difendere la nostra economia e con essa il nostro futuro e la libertà. All’inizio ci saranno disagi e probabilmente anche problemi negli spostamenti ma sono convinto che il mondo del lavoro veneto darà un segnale importante superando queste difficoltà e rispettando le norme di sicurezza e tutte le indicazioni di profilassi”

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