25 Febbraio 2017 - 15.56

CARNEVALE- La frittella costa, i vicentini la vogliono casalinga

Siamo al rush finale per il carnevale. Ed in molte case, complice l’elevato prezzo di vendita dei prodotti, è tutto pronto per scatenare una vera e propria competizione tra chi riesce a produrre più crostoli frittelle e castagnole. Si stima che nel Vicentino saranno poco meno di 200 mila i kg di crostoli e frittelle che verranno prodotti e che si concentreranno soprattutto in vista degli ultimi giorni di Carnevale. “Farli in casa costa indubbiamente meno – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – ma soprattutto è un piacere poter lavorare in famiglia per fare festa. E con questo spirito, attorno al tavolo della cucina si ritrovano nonni e nipoti, che innescano una sorta di sana competizione, in cui si trasmette un saper fare ed il valore delle tradizioni”. Così sono circa uno su tre i vicentini che si scatenano nella produzione dei dolci tipici di Carnevale. Il 41 per cento dei consumatori, secondo un’indagine Coldiretti, invece, preferisce acquistare direttamente crostoli e frittelle dal fornaio o dal pasticcere di fiducia, mentre solo il 2 per cento dichiara di acquistare prodotti commerciali già confezionati. “Partendo dalle ricette della tradizione – sottolineano Cerantola e Palù – ed utilizzando ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele ed uova, è possibile fare un’ottima figura spendendo meno di cinque euro al kg facendo anche fronte ai consumi energetici per la cottura”. Al contrario, per l’acquisto dal fornaio o in pasticceria si spendono dai 15 ai 30 euro al kg, prezzi sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. “La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che – concludono Cerantola e Palù – possono essere acquistati anche nei mercati di Campagna Amica, dove sono proposti anche dolci della tradizione che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost”.

 

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