6 Maggio 2019 - 14.52

Carne bovina e latte, momento no: “Serve più aggregazione”

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Nei prossimi anni le aziende agricole vicentine dovranno puntare sull’aggregazione se vorranno uscire dallo stallo attuale in cui navigano molti settori, dalla carne bovina al latte. A chiederlo è anche l’Unione europea, come ha spiegato l’europarlamentare Paolo De Castro in un incontro con il Consiglio di Confagricoltura Vicenza, che si è svolto nell’azienda agricola La Fattoria a Noventa Vicentina in occasione dell’approvazione annuale del bilancio.

Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche il consigliere regionale Cristina Guarda, il presidente di Confagricoltura Vicenza Enrico Pizzolo ha tracciato una panoramica sull’andamento dell’agricoltura vicentina, spiegando come il latte stia registrando un nuovo arretramento, con l’ennesima flessione del prezzo medio del latte crudo, e come anche il settore della carne, in primis quella bovina, sia nuovamente in crisi. “L’aumento dei costi dei ristalli e dell’alimentazione e i prezzi medio bassi di vendita hanno portato all’azzeramento della marginalità per le nostre aziende vicentine – ha detto Pizzolo -. C’è tanta carne che entra dall’estero a basso costo, sia dalla Francia, che ha investito molto sulla zootecnia, sia dall’Est europeo, sia da Paesi come l’Argentina e il Brasile. Con questo mercato globale continuare a produrre come abbiamo fatto finora non ha più senso. Dobbiamo cambiare modalità: prima lavorare sulla vendita e poi decidere cosa andare a produrre. Per far questo servono forme di aggregazione che possano occuparsi di vendita e sbocchi sul mercato, come il Consorzio del Parmigiano, Melinda per le mele e Opera per le pere”.

De Castro ha confermato che la prossima Pac (Politica agricola comune), con il sostegno agli agricoltori e le norme sullo sviluppo rurale, premierà l’aggregazione, trasformando l’agricoltura da semplice settore produttivo a un comparto più complesso e organizzato che dovrà occuparsi anche di vendita e programmazione. Un cambio di marcia che, tuttavia, non sarà immediato, perché l’attuale Pac verrà prorogata per uno o due anni. L’europarlamentare ha fugato le preoccupazioni degli agricoltori legate a un drastico taglio dei fondi legato alla Brexit: “La nuova proroga della Brexit e la presentazione dei candidati inglesi alle elezioni europee fanno sempre più propendere per l’idea che il Regno Unito vada verso un nuovo referendum. Ciò significa che i 12 miliardi che rischiavano di saltare con l’uscita dall’Ue rimarranno e la Pac verrà quindi rifinanziata senza alcuna stretta dei cordoni della borsa”.

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