3 Febbraio 2017 - 16.53

Carburanti, ancora aumenti: il ‘No’ dal Veneto

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Contraria all’eventuale aumento delle accise sui carburanti ipotizzato in queste ore
dal Governo, la CGIA ricorda che dal 2011 ad oggi ci sono stati 7 i rincari che hanno
fatto impennare del 29 per cento le accise sulla benzina e addirittura del 46 per
cento per quelle applicate sul gasolio da autotrazione. Attualmente, a causa del
peso delle accise, ogni qual volta ci rechiamo presso un’ area di servizio versiamo al
fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio.
Il risultato di questi ritocchi all’insù ha contribuito a far salire alle stelle il prezzo
alla pompa dei carburanti. Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo
al litro del gasolio per autotrazione ha toccato in Italia 1,397 euro (con
un’incidenza della tassazione del 62,2 per cento): tutti gli altri Paesi dell’Area euro
presentano dei prezzi nettamente inferiori ai nostri. Rispetto ai principali paesi Ue
e di quelli che confinano con noi, il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6 per
cento in più rispetto dei francesi, il +17,4 per cento degli sloveni, il +17,5 per cento
dei tedeschi, il +24,2 per cento degli austriaci e il +24,3 per cento degli spagnoli.
Per quanto riguarda la benzina, invece, il prezzo medio al litro è di 1,545 euro
(con un’incidenza della tassazione del 65,2 per cento): solo i Paesi bassi (1,571
euro al litro) e la Grecia (1,548 euro al litro) registrano un prezzo alla pompa
superiore al nostro. Nei confronti dei principali paesi Ue e di quelli che confinano
con noi, il costo del pieno di benzina fatto in Italia è superiore del 9,4 per cento di
quello francese, il +10,9 di quello tedesco, il +18,8 per cento di quello sloveno , il
+24,4 per cento di quello spagnolo e il +29,9 per cento di quello austriaco.
“Ricordiamo che l’aumento delle accise – commenta il coordinatore dell’Ufficio
studi della CGIA Paolo Zabeo – innescherebbe il meccanismo delle tasse sulle tasse.
Ritoccandole all’insù, infatti, le accise andrebbero ad aumentare la base imponibile
su cui si applica l’Iva. Per le casse dello Stato si tradurrebbe in un doppio vantaggio
che, però, penalizzerebbe oltremodo gli automobilisti e gli operatori economici che
usano i mezzi di trasporto per lavoro, come i trasportatori, i taxisti, i noleggiatori
con conducente, gli agenti di commercio, gli idraulici, gli elettricisti e tante altre
categorie artigiane”.
Se teniamo conto che l’aumento del prezzo del petrolio sta facendo salire i prezzi
alla pompa dei carburanti, un ulteriore aumento delle accise peggiorerebbe la
situazione.
“Ricordo – conclude il segretario della CGIA Renato Mason – che l’80 per cento circa
delle merci italiane viaggia su gomma. E’ vero che grazie al rimborso delle accise gli
autotrasportatori, solo quelli con mezzi sopra i 35 quintali, possono recuperare una
parte degli aumenti fiscali che subiscono alla pompa, tuttavia, nel caso scattassero
gli incrementi di accisa potrebbero verificarsi dei rincari dei prodotti che troviamo
sugli scaffali dei negozi e dei supermercati del tutto ingiustificati, penalizzando
soprattutto le famiglia a basso reddito”.

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