28 Febbraio 2020 - 12.45

Camelia da Vo’ Euganeo: la quarantena aldilà della paura

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In questi giorni di “buriana” mediatica, in cui abbiamo visto frotte di giornalisti ai margini della due “zone rosse” di Codogno e Vò Euganeo, cercare di sbirciare al di là delle barriere e dei blocchi delle forze dell’ordine, per capire cosa succeda in questi paesi in “quarantena”, una mia  compagna di liceo mi ha detto di conoscere una giovane signora di Vò Euganeo.Come resistere alla tentazione di sentire dalla sua viva voce come sta procedendo la vita nel Paesino dei colli Euganei, improvvisamente assurto agli onori della cronaca come uno dei due facolai dei coronavirus made in Italy, finendo sulle prime pagine dei grandi giornali internazionali?Infatti non ho resistito, e mi sono messo in contatto, ovviamente telefonico, con Camelia Aurica Munteanu, una quarantenne di origine romena, che ha sposato un cittadino di Vo’, dove vive da anni  assieme al marito ed al figlio quindicenne Matteo.Per completezza di informazione, Camelia lavora stabilmente presso una casa di cura della zona colli.Fin dalla prime parole ho avuto la bella impressione di parlare con una giovane donna preparata, con idee chiare, e che parla un buon italiano.La conversazione è stata in realtà fluida, ma per maggiore comprensione da parte dei lettori ho preferito esporla con il metodo classico di domanda -risposta.Quando avete saputo che sareste finiti in quarantena?“Ovviamente venerdì 21 febbraio.  Durante tutto il giorno si erano succedute notizie sempre più allarmanti, in cui si ventilava la messa in quarantena di tutti i cittadini di Vò. Ma la comunicazione “ufficiale” l’abbiamo avuta dal Comune verso le 20,30 , a mezzo del “gruppo Facebook” già esistente a Vo’.  Come si vede la tecnologia è utile, sempre che venga utilizzata con il cervello”.Coma ha reagito a questa notizia?“Beh in un primo momento c’è stata ovviamente un po’ di ansia.  Dopo abbiamo appreso i dettagli del provvedimento dalla viva voce del Governatore Luca Zaia in un video.   A dire la verità, per contenere l’ansia ci siamo messi a giocare a  carte, in attesa di ulteriori notizie.  I negozi e le  attività produttive hanno immediatamente chiuso, ma al di là di quanto si sentiva in televisione e si leggeva sui giornali e sui siti, le strade sono rimaste aperte sia sabato che domenica.  Tanto che molti residenti hanno continuato come di consueto a spostarsi nei comuni limitrofi.   Il vero e proprio blocco degli accessi e delle uscite è diventato operativo da lunedì 24 febbraio”. Come hanno reagito gli abitanti di Vo’?“A essere sincera non ho assistito ad alcuna scena di panico.  La gente l’ha presa con  grande civiltà.  Poi in realtà ci siamo sentiti presi un po’ in giro perchè guardando i servizi televisivi sembrava che attorno a Vò si fosse chiusa una morsa delle forze dell’ordine, mentre in realtà, come le ho detto prima, le strade erano libere e per ben due giorni si è potuto andare dovunque fuori dal Paese. Come sono i rapporti fra voi residenti in quarantena?“Guardi, assolutamente normali.  Si è liberi di fare qualsiasi cosa.  Ci si incontra per la strada, ci si ferma a chiacchierare, come si fa in un qualunque altro centro abitato.  Poi ci si vede in casa di amici, si organizzano cene.   Le piste ciclabili, date le belle giornate, sono piene di ciclisti e di gente che va a passeggiare.  Scene di vita normale, fra l’altro senza indossare mascherine.   A proposito delle mascherine, proprio in questo momento sono in fila per sottopormi al tampone faringeo.  Saremo in 70/80 persone, e solo 7/8 portano la mascherina.Cosa funziona a Vo’?I negozi sono chiusi, però funziona tutto quello che serve in questa situazione.  La farmacia è operativa, ed i supermercati sono aperti e ben riforniti.  Non c’è stato alcun accaparramento di derrate alimentari, diversamente da quello che abbiamo visto in televisione in altre parti di Italia.Come passa queste giornate?Guardi, ne approfitto per fare tutte le cose che normalmente, per gli impegni familiari e di lavoro, non riesco a fare.  Ieri ad esempio ho insegnato a mio figlio come si vanga la terra dell’orto, ed abbiamo seminato scalogno e cipolle.  Poi ho fatto le tagliatelle fatte in casa, con le uova delle mie galline, tutte rigorosamente a Km 0.  Rivedo anche vecchi film di cui spesso non sono riuscita a vedere il finale”. Ed i suoi parenti in Romania?Mi hanno ovviamente chiamato per sentire come stavamo e  quale fosse la situazione; li ho tranquillizzati dicendo che non c’erano problemi particolari.Mi dica, infine, sig.ra Camelia, cosa le manca in questi giorni?Le sembrerà strano, ma quello che ci pesa di più è che ci sentiamo un po’ trascurati, e addirittura “colpevolizzati”. La televisione ed i media raccontano i fatti di Vo’ ingigantendoli e con toni esasperati.  Non c’è alcuna correlazione fra i toni apocalittici che vanno per la maggiore e la nostra realtà, che le ho illustrato. Paradossalmente, noi in stretta quarantena stiamo peggio leggendo ed ascoltando le quotidiane cronache da coronavirus.  Nessuno si interessa a come stiamo veramente!   Sembra che l’unica cosa che importi sia diffondere il terrore fra gli italiani. Finisce così, con un augurio di buona salute, la mia conversazione con la signora Camelia. Ho trovato una donna forte, determinata, per nulla spaventata, che ha saputo e voluto considerare l’isolamento forzato come un’opportunità per riprendersi certi spazi di vita che normalmente trascuriamo.   Il rapporto con la terra, coltivando l’orto, i contatti umani, in fondo la vita nella sua essenza vera.Buona quarantena, Camelia.

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