2 Luglio 2020 - 10.52

Cala il sipario sul talk show di Luca Zaia

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Come ogni anno, con la fine di giugno i “big” dei talkshow abbandonano gli schermi televisivi, dove hanno imperversato per i lunghi mesi invernali, per cedere il passo a improbabili sostituti.  Perchè, si sa, “the show must go on”, anche se a condurlo non sono più le primedonne, impegnate a ricaricare le pile  in attesa di riprendere il timone con le prime brume autunnali.Con un analogo tempismo il 30 giugno il cartello “fine” è sceso anche sulla quotidiana conferenza stampa di Luca Zaia presso i locali delle Protezione Civile di Mestre. Lo so che qualcuno di voi starà arricciando il naso, pensando che si tratti di un paragone improponibile.Può anche essere, ma se ci pensate bene, quello che era iniziato come un normale “punto stampa”, si è via via trasformato in qualcosa che assomigliava molto ad un talk show, con Zaia in primo piano come un mattatore d’altri tempi, ed i giornalisti abilmente inseriti nella kermesse, compresi quelli dei media stranieri.130 giorni!  Tanto è durato questo appuntamento quotidiano, abilmente messo in piedi dal portavoce del Governatore Carlo Parmeggiani, diventato in breve il programma che accompagnava il pasto di mezzogiorno dei veneti.Innanzi tutto lo scenario, con Luca Zaia al centro dell’inquadratura, quasi coperto da una selva di microfoni, il logo gigantesco della protezione civile alle spalle, Chiara Sipione di lato impegnata a tradurre le parole di Zaia nella lingua dei segni per i non udenti, i due assessori regionali Manuela Lanzarin e Giampaolo Bottacin regolarmente appena fuori dallo schermo come due fedeli scudieri, regolarmente con bocca e naso nascosti dalle mascherine di ordinanza, pronti ad intervenire su richiesta del capo per fornire dati o chiarimenti, e comunque in paziente attesa di prendere la parola alla fine del “fervorino” del Governatore.  Una location “rassicurante”, nei locali dell’Ente sentito dai cittadini molto vicino nelle emergenze, in un ambiente spartano, un tavolo e poche sedie per giornalisti ed eventuale pubblico.Poi i tempi, sempre uguali da fine febbraio, con le lancette delle 12,30 a scandire l’entrata in scena del Presidente, pronto a prendere il timone della trasmissione fra una battuta ed un sorriso.   Quello della tempistica non è un fattore di poco conto, se ci pensate bene. Soprattutto in confronto con i tempi di certe conferenza stampa “romane”, spesso rimandate anche di ore.  Luca Zaia, osservando quasi maniacalmente l’orario previsto, da un lato mostrava rispetto per i cittadini telespettatori, dall’altro si assicurava che la sua faccia e le sue parole fossero il “condimento” del pasto di metà giornata dei veneti.E non è quindi un caso se durante la pandemia, e quindi dello show di Zaia, Antenna Tre Nordest sia diventata, sulla base dei dati Auditel, la prima televisione locale d’Itala per ascolti.  Ma questo successo è stato trainante anche per tutte le televisioni ed i media che, una volta “annusato” il trend, hanno deciso di cavalcare il fenomeno, assicurandosi così sostanziosi incrementi di ascolti o di accessi.C’è poi il grande capitolo dei “contenuti”, altro ingrediente che si è dimostrato vincente.Contenuti che sono il frutto, piaccia o non piaccia, di una grande intuizione di Luca Zaia.  Il quale si è reso conto che, una volta scoperto che il virus di Wuhan era arrivato anche in Veneto, i cittadini erano sgomenti di fronte all’isolamento, alla chiusura delle scuole, alla serrata imposta alle attività produttive, e ha pensato di offrire una risposta “istituzionale” alle domande ed ai dubbi della gente.E se tornate con il pensiero a quei giorni, converrete che non era facile prendere il toro per le corna, mettendoci la faccia, per spiegare quello che stava succedendo, e cosa la Regione stava mettendo in campo per contrastare la pandemia.Non era facile perchè in quei momenti drammatici Zaia doveva dire che si era ad un passo dalla saturazione delle rianimazioni, che non si trovavano i presidi medici necessari alla bisogna, a sciorinare il numero degli infettati e dei morti, che la confusione regnava sovrana.E forse ricorderete la faccia stanca, a volte stravolta dalla tensione, del Governatore, costretto ad ammettere che del Covid 19 non si sapeva quasi niente.All’inizio il “punto stampa” era un po’ artigianale, quasi improvvisato nel parcheggio antistante la sede mestrina della Protezione Civile.Ma con il passare dei giorni l’intuizione si dimostra vincente, e l’appuntamento quotidiano si struttura sempre più come un talk show.E non è un caso se uso questo termine caro al mondo dello spettacolo, perchè alla fine quello messo in piedi si è trasformato in un vero evento televisivo, di cui ha assunto tutti i contenuti, diventando in breve un vero e proprio must della diretta.Ma quali sono stati questi contenuti?Innanzi tutto i cartelli, forse pensati prima dell’arrivo di Chiara Sipioni come ausilio per i non udenti, ma diventati poi uno straordinario strumento comunicativo. Poi le indicazioni pratiche su come difendersi dal contagio, fornite con insistenza da Zaia, spesso utilizzando il dialetto veneto, per fare capire meglio certi concetti.Io credo che quello che è risultato vincente nella comunicazione del Presidente sia stato il suo atteggiamento bonario, da cittadino comune trovatosi ad affrontare una crisi inattesa e per certi versi inesplicabile, da amico delle 12,30 cui far riferimento e chiedere indicazioni pratiche.E la dimostrazione la si è avuta con il passare dei giorni, quando i  veneti hanno iniziato a scrivere direttamente al Governatore, raccontando come stavano vivendo il lockdown, e successivamente inviando le foto di chi violava le regole della riapertura. Ma la vera novità è stata che, oltre alle segnalazioni ed ai quesiti degli adulti, hanno cominciato ad arrivare anche i messaggi dei bambini, accompagnati dai loro disegni, che descrivevano il Covid attraverso gli occhi dei più piccoli.E qui Zaia ha dimostrato di avere ben compreso la portata di questo fenomeno, mostrando in diretta ogni giorno questi disegni, sempre con nome e cognome dell’autore, annunciando poi che gli stessi saranno a fine pandemia esposti in una mostra. Ma poi abbiamo assistito ad una sorta di “crescendo rossiniano”, culminato nelle indimenticabili “uova di Damiano”, un bimbo di 11 anni di Villa del Conte, che ha spedito 25 uova di gallina.  Che Zaia, con un lampo di genio, ha non solo accettato lodando l’iniziativa, ma addirittura acquisendo un’incubatrice per fare nascere i pulcini.  Incubatrice esposta nella sede della Protezione Civile, con alcune uova che si sono schiuse in diretta televisiva. Ma non è finita qui.   Zaia ha fatto gli auguri ai centenari, ha messo all’asta un gigantesco uovo di Pasqua per raccogliere fondi, ricavandone una somma considerevole, ha ringraziato i “piccoli” per gli euro  sottratti ai salvadanai per destinarli all’emergenza.Quando poi, inevitabilmente, l’interesse ha cominciato a ridursi, il Doge ha cambiato copione, chiamando a partecipare allo show ospiti eccellenti della sanità, coloro che sono stati determinanti dal punto di vista scientifico per studiare l’evoluzione del virus.Per non dire che le conferenze stampa sono divenute alla fine oggetto di una sorta di “pellegrinaggio” da parte di cittadini veneti, che si recavano alla sede della Protezione Civile dicendo semplicemente “vogliamo vedere il Presidente”.  Ed il bello è che venivano ammessi al “punto stampa”, facendoli sedere alle spalle dei giornalisti. Comunque la si pensi, un’operazione mediatica di prim’ordine, gestita alla grande.  E non meraviglia se il risultato è stato una crescita esponenziale del gradimento di Luca Zaia, e per fare un solo esempio basta andare in rete e digitare “Le tose di Zaia”.  Scoprirete che questo gruppo Facebook è esploso negli ultimi mesi, passando da 80mila a quasi 140mila iscritte.E la consacrazione di questo successo mediatico la si è avuta quando di Luca Zaia se n’è accorto anche Maurizio Crozza, che lo ha inserito nelle sue imperdibili imitazioni; mitico il passaggio “Eeeeeeragioneteci sopra”.Bene, su tutto questo, come abbiamo detto, dal 30 giugno è calato il sipario.Zaia, annunciando il “The end” ha dichiarato che le conferenze potrebbero riprendere qualora ve ne fosse necessità nel futuro, ma francamente mi auguro per la nostra salute che non ce ne sia più bisogno.Sicuramente gli unici a non rimpiangere questi appuntamenti quotidiani sono gli esponenti dell’opposizione, che hanno sempre accusato Zaia di approfittare della pandemia per scopi mediatico-elettorali.Sarcastiche le battute di alcuni esponenti di “+Europa Veneto”: “Dà del tu a tutti, fa gli auguri di compleanno al nonno del giorno, fa scorrazzare sul tavolo i pulcini nati dalle uova che gli sono state regalate…. La prossima frontiera sarà l’estrazione dei numeri della lotteria in diretta, magari tagliando un salame? Oppure un accenno di balletto? Ormai è Zaia la primadonna dell’ora di pranzo. È uno spettacolo di varietà, che non solo significa usare le istituzioni per propaganda personale, ma mancare di rispetto a chi ha vissuto e vive molto seriamente, magari sulla propria pelle, l’emergenza sanitaria. Zaia ha promesso che sospenderà il suo show durante la campagna elettorale e proprio il fatto di considerarla una gentile concessione, la dice lunga su quanto ormai si creda non alla guida di un’istituzione, ma padrone di casa”.Come si vede parole al vetriolo, che però non hanno mai scalfito l’imperturbabilità di Luca Zaia, che ha continuato imperterrito i suoi incontri di mezzogiorno e mezzo, fino a quando ha deciso che fosse maturo il tempo per chiudere.Tenendo sempre ben presente, come sottolineato dallo stesso Zaia, che questa “chiusura” non vuol dire assolutamente che sia finita l’emergenza, come è evidente guardando i dati drammatici che arrivano da altri Paesi.Quindi “non dimenticatevi di indossare la mascherina!” Lo so che dà fastidio, soprattutto con il caldo, ma protegge dal contagio.

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