27 Luglio 2019 - 9.36

BUONGIORNO VICENZA: La statua di Cevese stia in città

La vicenda della statua in bronzo del professor Renato Cevese che non ha ancora trovato sede sta mettendo in imbarazzo chiunque abbia un minimo di memoria storica di Vicenza e del suo passato. E assistere alla sfilata di sindaci e amministrazioni comunali della provincia che avanzano disponibilità ad ospitarla – l’ultima in ordine di arrivo è quella del comune di Valdagno dove il fondatore del CISA insegnò negli anni Cinquanta – dovrebbe far riflettere la città di Vicenza e chi la governa. In effetti il Capoluogo non è nuovo a situazioni come questa. Già in passato la trafila per dedicare una via a Mariano Rumor, l’espressione politica più importante del secolo scorso a Vicenza, fu altrettanto imbarazzante e le varie Amministrazioni -paradossalmente figlie della stessa scuola politica del Presidente – si persero in infinite discussioni e problemi normativi prima di arrivare ad una decisione che venne molti anni dopo la sua morte. Renato Cevese, che ha rappresentato una delle migliori espressioni dell’élite intellettuale del Capoluogo, si inserisce così nell’elenco inglorioso della riconoscenza incompiuta di una città che non è mai generosa con i suoi figli migliori.

 Al sindaco Rucco e al neo assessore alla Cultura Simona Siotto il compito di interrompere questa abitudine priva di senso, in fondo la discontinuità passa anche attraverso il cambio di atteggiamento nei riguardi della nostra memoria, che non può accettare lo spettacolo indecoroso della statua di un uomo che tanto ha dato alla nostra città e che merita ben altra attenzione rispetto alla cronaca che racconta l’incapacità di trovare una collocazione adeguata al suo lignaggio e all’impronta che ha lasciato nel nostro Novecento. Ma quella collocazione non può avere opzioni diverse dalla città di Vicenza, di cui è stato protagonista per decenni.

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