17 Luglio 2018 - 10.28

BUONGIORNO VICENZA: La sfida delle aggregazioni anche sull’acqua

Tramontata, pare, definitivamente la stagione del “piccolo è bello”, è iniziata da qualche tempo quella delle aggregazioni delle aziende pubbliche. Lo abbiamo visto con la Fiera di Vicenza che è stata inglobata nel colosso di Rimini con strascichi di polemica tuttora in corso, l’Amministrazione Rucco ha sul tavolo la grana della fusione di AIM con un partner fuori provincia, e qui si dovrà decidere – pare – tra Verona e Treviso, ma non vi sono segnali altrettanto chiari per quanto riguarda il settore della gestione degli acquedotti dove in tempi molto recenti Acque Vicentine è diventata Viacqua in seguito all’ingresso di AVS, che ha portato in dote i comuni dell’Alto Vicentino, con Schio e Thiene capofila, ma dietro l’angolo potrebbe esserci un’operazione ben più importante che punta a mettere insieme, ancora una volta, Vicenza con la Verona. Il prossimo passo per creare un polo determinante nel settore degli acquedotti pubblici, infatti, potrebbe essere quello di costruire un contenitore che faccia entrare in partita, da protagonista, Acque Veronesi, l’azienda scaligera che potrebbe essere il nuovo, importante partner, di Viacqua. Le premesse favorevoli ci sono tutte: i principali azionisti sono le due città capoluogo che hanno i rispettivi sindaci in sintonia fin dalle settimane della campagna elettorale di Vicenza. Francesco Rucco e Federico Sboarina hanno provenienza e formazione politica molto simile, sono entrambi avvocati, hanno alle spalle diversi mandati dai banchi dei rispettivi consigli comunali e, dato non secondario, appartengono alla stessa generazione, il che rende il dialogo e le sintonie molto più semplici. In un quadro come questo si ripropone uno schema che avevamo visto già all’epoca della luna di miele tra Variati e Tosi, i quali però appartenevano a schieramenti opposti, ma nonostante le differenze avevano condiviso una prospettiva di sistema che polarizzava le grandi scelte dell’area ad ovest del Veneto come possibile e forte interlocutore rispetto alle sintonie decennali del triangolo Padova, Treviso, Venezia. Cambiano i protagonisti, non il copione. Che in passato ha fatto beneficiare la città del Palladio, per esempio, delle mostre di Goldin, il cui progetto per la Basilica è nato all’ombra degli scaligeri con il supporto fondamentale della potente Fondazione Cariverona. Ora, riaperta la partita dell’aggregazione AIM-AGSM, sempre che Ascopiave o altri non si mettano di traverso, potrebbe iniziare quella legata al polo acquedottistico, ma, fra le righe, potrebbe riemergere anche un altro e nuovo investimento sulle grandi mostre.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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