26 Maggio 2019 - 11.06

BUONGIORNO VICENZA: Elezioni Europee come i congressi della Prima Repubblica…con una differenza

Si torna alle urne e termina, ballottaggi permettendo, questa noiosa e sonnolenta campagna elettorale. Ma più che di campagna elettorale, come ormai succede da qualche anno, si tratta di un referendum tra leader ed oligarchie dei partiti. 

C’è ben poco del confronto di idee o di visioni che dovrebbero caratterizzare un appuntamento elettorale propriamente inteso. I seggi resteranno aperti per tutta domenica e dopo le 23 inizierà lo spoglio della Lega ripropone Mara Bizzotto, ormai veterana di Bruxelles e vicinissima a Capitan Salvini ma che potrebbe trovare una riduzione di preferenze grazie all’endorsement pubblico di Francesco Rucco che, inaspettatamente, ha “consigliato” di votare il trevigiano Da Re; Forza Italia, orfana di Elisabetta Gardini, punta su Matteo Tosetto. Il Vicesindaco di Vicenza sa di avere scarse chance di elezione, ma ha l’occasione di dimostrare il consenso che non ha testato alle Comunali del 2018 e che gli viene ricordato dai suoi avversari interni. Tosetto infatti è diventato Vicesindaco con chiamata diretta da Rucco sulla scorta del patto con Forza Italia, ma non si era candidato nella sua lista alle comunali. Le Europee saranno per lui l’occasione di contare le preferenze che ha in città e trovare la legittimazione – o meno – del suo ruolo

Altro film quello che vedremo in Fratelli d’Italia, dove Sergio Berlato, campione di preferenze, aspira al ritorno in Europa dove ha già fatto tre legislature, ma dovrà fare i conti con il trevigiano Remo Sernagiotto, uscente ed ex forzista, ed Elisabetta Gardini che ha abbandonato i berlusconiani per una partita giocabile con la Meloni. In ballo anche la leadership di Fratelli d’Italia di Berlato nel livello regionale. Accanto al test FdI c’è un altro esame sul consenso di Isabella Dotto, altro assessore della Giunta Rucco inserito senza la prova delle urne, che avrà l’occasione di dimostrare le sue preferenze in città.

Più che una campagna elettorale, insomma, un test sulle leadership, derby fra correnti interne dei partiti, quello che succedeva nella Prima Repubblica con i congressi e le tessere, oggi avviene direttamente alle Elezioni, con la differenza che la classe dirigente dei partiti non aveva indennità.

P.S. Movimento 5 Stelle non pervenuto.

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