15 Agosto 2020 - 9.56

BUON FERRAGOSTO, ma divertitevi con giudizio!

In tempi di crisi da coronavirus, e dopo due mesi di lockdown, forse non ci ricordiamo che in Italia per tradizione c’erano un paio di settimane in cui abitualmente si fermava tutto.
Non si trattava di un lockdown ante litteram, bensì della chiusura per Ferragosto.
Sembra ancora di vederli i servizi della Tv di Stato, che nei telegiornali del 15 agosto mostravano le immagini delle città deserte, con il Ministro dell’Interno, unico rimasto a Roma, che faceva il giro delle caserme della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Pompieri, per testimoniare ai cittadini in vacanza che c’era sempre qualcuno “presente” per garantire la sicurezza collettiva.
E a fare da contraltare al vuoto delle città e dei paesi c’erano le immagini di spiagge strapiene, di sentieri di montagna molto frequentati, di prati dove si facevano ricchi pic nic.
Era una sorta di rito collettivo, che prevedeva passaggi ben precisi. Le grandi fabbriche chiudevano, e questo era una sorta di segnale per dare inizio a quello che veniva definito “esodo”. Esodo che voleva dire code chilometriche in autostrada, specialmente quelle che portavano alle spiagge liguri o romagnole, e assalto agli autogrill, per chi utilizzava l’automobile. Ma anche assalti ai treni, agli aerei, ai pullman per chi usava altri mezzi.
Per chi rimaneva a casa quelle due settimane volevano dire avere difficoltà anche a fare la spesa, a trovare un forno aperto. Vietato avere mal di denti, avere una perdita d’acqua in casa, avere un impianto elettrico in tilt. Tutto chiuso per ferie.
Un vero e proprio incubo, che finiva per mettere in difficoltà prevalentemente le persone anziane che non potevano spostarsi verso le località di villeggiatura.
Sicuramente c’era una buona dose di irrazionalità, ma per decenni Ferragosto è stato una specie di “Totem” italico, e di conseguenza era considerato normale staccare la spina del Paese per un paio di settimane, in una sorta di lockdown, in cui si poteva muoversi e uscire di casa, ma non si sapeva a fare cosa visto che era tutto chiuso.
Con il passare degli anni a mano a mano sono arrivati lo scaglionamento delle ferie, i turni per i negozi di alimentari e non solo, i centri commerciali sempre aperti, che hanno reso Ferragosto un giorno meno tragico per chi non poteva per qualsivoglia motivo allontanarsi dalle città, trasformandolo quanto ai servizi in una festa come le altre, e l’Italia in un Paese quasi europeo.
Va subito detto che Ferragosto è una festa tipicamente italiana.
In buona parte dei Paesi del mondo il 15 agosto è una normale giornata lavorativa, a parte alcuni di tradizione cattolica, perchè, lo vedremo, si tratta di una festa di origine pagana, specificamente romana, solo in un secondo tempo trasformata dalla Chiesa cattolica nella festività religiosa dell’Assunzione. Solo dalla Chiesa cattolica, perchè le Chiese Ortodosse il 15 agosto celebrano la Dormizione di Maria (secondo il loro credo la Madonna sarebbe in una sorta di sonno profondo), mentre le Chiese Protestanti non celebrano nulla perchè dell’Assunzione nei Vangeli non se ne parla assolutamente.
Ma andiamo con ordine.
Da dove nasce la festività di Ferragosto, e perchè si chiama così?
Ferragosto deriva dalla festività romana delle Feriae Augusti (riposo di Augusto), istituita nel 18 a.C. appunto dall’imperatore Ottaviano Augusto, da cui prende il nome anche il mese di agosto.
Questa nuova festività andava ad aggiungersi ai Vinalia rustica ed ai Nemoralia, feste che nel mese di agosto celebravano i raccolti e la fine dei lavori agricoli. Il fine era quello di concedere al popolo un meritato riposo dopo le grandi fatiche del lavoro nei campi.
All’inizio le Feriae Augusti venivano celebrate il 1 agosto, con giochi, corse di cavalli, asini e muli, agghindati con fiori dai colori sgargianti, che si protraevano fino al 15 agosto.
Durante queste feste i romani si scambiavano regali recitando la frase “Bonas ferias augustales”, un augurio molto simile al nostro “Buon Ferragosto”.
Una festa pagana quindi, che come spesso è capitato nel corso della storia, è stata assimilata dalla Chiesa Cattolica, che fissò proprio al 15 agosto la celebrazione della festa dell’’Assunzione di Maria, dogma secondo cui la Vergine venne accolta in cielo sia con l’anima che con il corpo.
Queste assimilazioni risposero all’esigenza del cattolicesimo nascente di dare un significato cristiano alle ancora vive antiche tradizioni pagane, come avvenne ad esempio con il Natale e la Pasqua. Così l’Assunzione cominciò ad essere celebrata dalla Chiesa già nel VII secolo con il Papa Sergio I, sovrapponendosi alle antiche Feriae Augusti, per divenire alla fine “dogma di fede” con Pio XII nel 1950, fra l’altro uno dei dogmi più recenti della storia.
L’origine romana è comunque testimoniata dalle numerose usanze ancora presenti nelle tradizioni di molte località della nostra penisola.
Ma poiché nell’immaginario collettivo il 15 agosto viene associato soprattutto alle gite fuori porta, alcuni quest’usanza la fanno risalire al periodo del fascismo. Durante il ventennio infatti il regime organizzava gite popolari attraverso le associazioni del dopolavoro. Ci si spostava con i “treni popolari di Ferragosto”, istituiti appositamente a prezzi molto convenienti, consentendo così a tutti di godere di almeno un giorno di vacanza, in un’epoca in cui le vacanze se le potevano permettere solo i ricchi.
L’offerta era limitata ai soli giorni 13,14 e 15 agosto, e comprendeva due formule; la “Gita di un sol giorno” nel raggio di 100 km, o la “Gita di tre giorni” con raggio fino a 200 km.
Queste gite popolari offrirono alla maggior parte delle famiglie italiane la possibilità di vedere per la prima volta il mare, la montagna e le città d’arte.
E poiché le gite non prevedevano il vitto, ne nacque la tradizione del cosiddetto “pranzo al sacco” da consumarsi in riva al mare o sui prati. La grigliata è un’evoluzione di questa abitudine.
La mia impressione è che nonostante gli sforzi, la Chiesa cattolica non sia riuscita a far passare del tutto il valore dell’Assunta come festività di precetto, e sono quasi certo che buona parte degli italiani consideri Ferragosto solo come la festa di centro estate, da dedicare al riposo, al divertimento, e alla “crapula”. Festa di popolo, vista la tradizione dei concerti nelle piazze delle nostre città, regolarmente concluse con i fuochi d’artificio.
Comunque la vediate mi auguro che, nonostante le difficoltà e le preoccupazioni derivanti dalle attuali crisi sanitaria ed economica, sabato e domenica prossimi riusciate in qualche modo a “staccare” dalla routine quotidiana, anche se magari non potete permettervi una vacanza lontano da casa.
In fondo quello che conta è lo stato d’animo, e anche un barbecue assieme a qualche amico può bastare per fare festa.
Con questo spirito Tviweb augura a tutti voi “Buon Ferragosto”.
Di Umberto Baldo

PS: A proposito, a Ferragosto divertitevi, ma fatelo con giudizio. Non vale la pena per un giorno od una notte di baldoria, senza rispettare il distanziamento e considerando la mascherina un inutile orpello, beccarsi il virus, farsi 14 giorni di isolamento se va bene, o andare in ospedale se va male, oltre a tutto con il rischio di infettare nonni, genitori ed amici. La responsabilità in tempo di pandemia è individuale ma anche collettiva, per cui non basta che ognuno di noi rispetti le regole, ma dobbiamo anche pretendere che lo facciano gli altri con cui entriamo in contatto. Diversamente passerebbe il principio: “ognuno per sé, ed il Covid per tutti”! E non è proprio il massimo.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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