24 Giugno 2016 - 18.13

BREXIT – Il giorno peggiore per Milano, non per Londra

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La Gran Bretagna decide per la Brexit e i primi tragici effetti sembrano colpire il lato opposto dell’Unione Europe, quello mediterraneo, con le borse di Milano e Madrid travolte da un ribasso mai visto. Il Ftse Mib ha ceduto il 12,48% e il Ftse All Share l’11,75%. Anche Madrid perde oltre il 12% mentre Francoforte e Parigi hanno perso fra il 6 e l’8%. Zurigo si è confermata Piazza difensiva limitando il calo al 3%. La borsa che sta meglio? proprio Londra, con un calo di poco superiore al 2%, grazie ad una composizione dell’indice -come rileva IlSole24Ore- che privilegia materie prime legate all’oro e titoli difensivi come i farmaceutici, ma anche per i timori che altri Paesi possano seguire il Regno Unito portando ulteriori elementi di incertezza nella Ue quando a Londra la situazione sembra ormai definita.
A Milano la maglia nera va ai bancari con Unicredit e Intesa Sanpaolo in calo di oltre il 20% così come Bpm e Banco Popolare. Male sostanzialmente tutti i maggiori titoli. Anche le società più difensive come Recordati e Snam hanno perso fra il 4 e il 5%.
L’indice europeo Eurostoxx dei bancari e quello delle compagnie di assicurazioni è quello che ha subito il contraccolpo maggiore, con in testa gli istituti britannici a cominciare da Barclays, Lloyds, Rbs con cali vicini al 20%. «Per il resto del giorno ci aspettiamo di vedere una estrema volatilità sui mercati di rischio – commenta Gareth Isaac, gestore obbligazionario di Schroders – ora che il risultato è chiaro, la reazione da parte di Banche centrali e politici sarà chiave per limitare le conseguenze negative». Per Ritu Vohora, Investment Director di M&G Investments, «le incertezze politiche ed economiche richiedono probabilmente un aumento nel premio al rischio azionario poiché i mercati assorbono le ramificazioni politiche ed economiche nei giorni e settimane a venire. Tuttavia – sottolinea – i broker hanno notato che c’è stata un’ingente accumulazione di liquidità negli ultimi mesi, che dovrebbe tornare ad essere investita quando i mercati si stabilizzeranno».

CAMBI
Sul fronte dei cambi la sterlina, dopo aver toccato i minimi dal 1985 sul dollaro, a 1,3406 ha recuperato a 1,3732 che rappresenta comunque un minimo dalla primavera 2009. Rispetto all’euro, la sterlina scambia a 0,815 sui valori di giugno 2014. Il rapporto fra euro e dollaro si attesta a 1,1112 mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 102,185.
L’incertezza sui mercati e sulle prospettive dell’economia hanno anche affossato il prezzo del petrolio con il Wti in calo del 4,4% a 47,91 dollari al barile. L’euro resta stabilmente sopra i 1.310 dollari l’oncia, in rialzo del 4,2%. Per quanto riguarda lo spread, il differenziale fra il decennale tedesco e quello italiano risale a 163 punti base con il rendimento del Btp a 10 anni pari all’1,57%.

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