20 Novembre 2017 - 23.27

BASSANO – Combattere il Parkinson, danzando

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La Città di Bassano del Grappa, con suo il CSC Casa della Danza, aderisce alla Giornata Nazionale del Parkinson promossa dall’Accademia Limpe-Dismov e dalla Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus e per l’occasione promuove, sabato 25 novembre dalle 15.30 alle 18.30 in Museo Civico, classi di Dance Well aperte a tutti, micro performance ispirate alla NELKEN Line di Pina Baush, in collaborazione con gli allievi della rete NOLIMIT-A-CTION, e dance film che portano in video esperienze di danza con persone col Parkinson, sviluppate in diversi contesti internazionali. La giornata si concluderà alle ore 18.45 con l’anteprima, in Sala Chilesotti, della puntata della serie Noi siamo cultura prodotta da laF-tv di Feltrinelli (139 di Sky) dedicata proprio al progetto Dance Well e girata in città lo scorso settembre. Noi siamo cultura, è un viaggio lungo l’Italia alla scoperta dell’imprenditorialità culturale indipendente. Storie di “lavoratori culturali”, dove tra ricchezza storica, bellezze artistiche e architettoniche ed economie locali, si sviluppano startup, progetti sociali ed imprese creative del territorio e la cui messa in onda è prevista il 4 Dicembre alle 20.40. E’ dal 2013 che a Bassano del Grappa le persone che vivono con il morbo di Parkinson possono incontrarsi per danzare insieme nelle sale del Museo Civico, grazie al progetto “Dance Well – movimento e ricerca per Parkinson”. Dance Well è a tutti gli effetti una pratica artistica rivolta principalmente a persone affette da morbo di Parkinson, ma non solo, attivata, ideata e promossa dal CSC Casa della Danza di Bassano del Grappa, e oggetto nell’ultimo anno di particolare attenzione da parte degli operatori culturali internazionali e di alcuni media nazionali, che vedono in questo processo una buona pratica innovativa di welfare culturale e un’occasione di inclusione sociale attraverso le attività culturali. Dance Well si propone come modello di integrazione artistico-sanitaria, nel 2015 infatti il Dottor Daniele Volpe ha iniziato uno studio scientifico di misurazione presso la casa di cura Villa Margherita di Arcugnano, alternando la pratica di Dance Well a quella riabilitativa. Sono state misurate le capacità motorie, il benessere psicologico e il comportamento. Dall’analisi dei dati la proposta Dance Well sembra poter essere ugualmente valida rispetto alla riabilitazione tradizionale e chi sostituisce parte del programma riabilitativo con il programma di danza ottiene, nello stesso periodo di tempo, miglioramenti paragonabili. In Dance Well il fine è la pratica artistica attraverso l’espressione del corpo, ed elemento fondamentale è il luogo dove la stessa si svolge. A Bassano è il Museo Civico che, in quanto scrigno d’arte e riferimento culturale del territorio, è fonte di ispirazione per i danzatori: l’ambiente infatti è a tutti gli effetti parte integrante del progetto e dev’essere artisticamente significativo per essere ispirante, per favorire la pratica artistica, permettendo anche l’incontro con i visitatori tradizionali del Museo. Le classi sono gratuite e aperte a tutti, familiari, amici, danzatori, anziani, cittadini, studenti, richiedenti asilo, in un vero momento inclusivo, poiché la “classe mista” permette la crescita collettiva, il sostegno reciproco e non emargina nessuno dei partecipanti. Ad oggi sono 250 gli iscritti al progetto. Dal 2015 è attiva anche la disseminazione del progetto – coinvolgendo Villa Margherita ad Arcugnano (VI) e lo storico Teatro Civico di Schio, che conta al momento quasi un centinaio di Parkinson Dancers. Nel frattempo si sono aperti dialoghi con altri centri culturali regionali ed extra regionali, interessati alla pratica Dance Well. Le classi (bisettimanali) sono costantemente partecipate anche da artisti e coreografi provenienti da tutto il mondo in residenza artistica presso il CSC di Bassano. Condividere l’esperienza fisica e aprire un dialogo sulla creatività, restituire feedback di spettacoli visti, sono elementi che caratterizzano il rapporto tra artisti e Parkisnson Dancers. Questi ultimi sono diventati così nel tempo una vera e propria comunità del fare artistico, oltre che audience privilegiata con l’assidua partecipazione alle attività di danza promosse da Operaestate e del CSC. Generando benefici effetti di inclusione nella realtà culturale e sociale, per molti partecipanti mai coinvolti prima, spesso lascati fuori a causa dell’isolamento dovuto alla malattia o all’età.

 

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