11 Luglio 2017 - 16.20

ASIAGO – L’Altopiano contro l’Asiago made in Canada

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Sindaci schierati con Coldiretti contro il Ceta e pronti ad inviare un documento al Consorzio di tutela dell’Asiago, per caldeggiare una presa d’atto della situazione. Questo l’esito dell’incontro svoltosi ieri sera nella sede Coldiretti di Asiago, alla presenza del presidente di zona Dino Panozzo, edel direttore Roberto Palù, per illustrare ai cinque amministratori comunali dell’Altopiano (Asiago, Foza, Gallio, Lusiana e Rotzo) presenti ed ai numerosi soci le ragioni per cui Coldiretti dice no al Ceta. “Se il 25 luglio prossimo in Senato approderà la discussione sul Ceta, di fatto il nostro Paese spalancherà le porte a prodotti di dubbia qualità e salubrità, di fatto azzerando i risultati che abbiamo conseguito sui diversi versanti, fino alla recente etichettatura d’origine di più prodotti. Riteniamo sia necessario un approfondimento dei contenuti da parte di tutti, politici inclusi. La sensibilità degli amministratori locali, presenti compattamente a questo incontro, conferma la loro attenzione per il territorio e l’economia locali”. Deciso il vicesindaco di Asiago, Diego Rigoni: “Tutelare le produzioni locali è un nostro dovere, perciò in Giunta discuteremo la delibera per dire no al Ceta.  Invieremo un documento al Consorzio, che dovrebbe tutelare non soltanto il prodotto, ma tutto ciò che ha reso l’Asiago quello che è oggi, quindi territorio, aziende ed indotto turistico”. Concetti condivisi anche dal sindaco di Gallio e presidente dell’Unione montana, Emanuele Munari: “Questo accordo mi lascia esterrefatto e mi chiedo come possiamo essere arrivati a questo punto. Sarà opportuno un incontro per vedere in faccia e sentire le ragioni dei politici che in Europa hanno votato a favore di questo accordo. Saranno i cittadini a dire l’ultima parola”.  A rischio è la distintività stessa del made in Italy, con una confusione generale sul nome dei prodotti che il consumatore troverà in commercio. Per i prodotti la cui denominazione è stata registrata in Canada prima del 2013, le aziende canadesi potranno utilizzare lo stesso nome, quindi ci saranno in commercio l’Asiago ed altre tipicità vicentine facilmente confondibili dai consumatori del posto, che saranno probabilmente portati a scegliere in base al prezzo, non in base alla qualità. Il presidente Panozzo conclude: “In Canada e così in molti altri paesi, l’uso di pesticidi ed ormoni è consentito e, persino, caldeggiato. In Italia, invece, questi prodotti sono banditi da parecchi anni”.

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