20 Gennaio 2017 - 16.20

ARZIGNANO – Tumore prostata – Ospedale all’avanguardia con nuove dotazioni

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Sono stati acquistati quattro nuovi strumenti grazie a due donazioni del valore complessivo
di oltre 200 mila euro da parte di un gruppo di imprenditori

Prosegue il percorso di potenziamento delle dotazioni nelle strutture ospedaliere nell’Ovest Vicentino: la novità più recente è rappresentata da una serie di importanti nuove acquisizioni arrivate in questi giorni nell’Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale di Arzignano, grazie ad una donazione del valore complessivo di oltre 170 mila euro raccolta da Giancarlo Dani e altri imprenditori locali, alla quale si è aggiunta un’ulteriore donazione del valore di 38 mila euro da parte dell’azienda Sicit, della quale è presidente Rino Mastrotto.
Più in dettaglio, si tratta di quattro diversi strumenti, due dei quali per il potenziamento dell’attività chirurgica in laparoscopia, mentre gli altri due riguardano la diagnostica del tumore alla prostata. «Ancora una volta – sottolinea il Direttore Generale Giovanni Pavesi – la comunità dell’Ovest Vicentino ha dimostrato non solo di seguire con grande attenzione e partecipazione gli sviluppi dei servizi sanitari locali, ma anche di volerli sostenere attivamente, dando prova davvero di grande generosità. Non possiamo che ringraziare dunque quanti hanno contribuito a queste nuove, importanti acquisizioni, che per noi rappresentano non solo uno strumento, ma anche uno stimolo ad impegnarci sempre di più per garantire standard assistenziali uniformi e di alto livello».
Oltre un anno di impegno per la raccolta dei fondi
Tutto ha inizio nel Natale 2015, come ricorda Giancarlo Dani, titolare dell’omonima azienda e promotore dell’iniziativa: «Al posto dei consueti doni aziendali – decidemmo di devolvere la somma corrispondente, circa 20 mila euro, per l’acquisto di nuove dotazioni per l’ospedale, invitando i nostri fornitori, clienti e amici a contribuire anch’essi al progetto. Dopo un anno siamo così riusciti a raggiungere gli oltre 170 mila euro necessari e a vedere già all’opera i nuovi strumenti in reparto, dove si sono subito dimostrati di grande utilità. Come imprenditore, ma anche come cittadino e utente di questa ULSS, posso dire di essere orgoglioso di questo risultato e felice di esserne stato promotore». Una storia all’insegna del grande cuore degli abitanti della vallata, come sottolinea Rino Mastrotto, presidente di Sicit: «Abbiamo portato avanti questa iniziativa con il cuore, con lo stesso spirito con cui è chiamato a lavorare ogni giorno chi assiste i malati come medico o infermiere». E alla grande generosità del territorio fa riferimento anche Giuseppe Tolio, titolare dell’omonimo studio di consulenza del lavoro ad Arzignano, che ha coordinato la raccolta di fondi e il processo di acquisto delle apparecchiature: «La sensibilità della Vallata si conferma sempre grande quando si tratta di contribuire al miglioramento delle dotazioni sanitarie del territorio e questa ne è un’ulteriore conferma, frutto di un vero lavoro di squadra condotto nell’ultimo anno. Abbiamo la fortuna di poter contare su un reparto di Urologia con personale qualificato: ora il suo staff ha disposizione anche dotazioni di primissimo piano».
Aggiornamento tecnologico continuo
«Queste nuove acquisizioni – gli fa eco il prof. Silvano Ceresato, presidente della onlus Amici del Cuore Ovest Vicentino, che fa fatto da tramite per le donazioni – sicuramente potranno contribuire a elevare ulteriormente il livello qualitativo dell’assistenza, permettendo al Reparto di tenersi al passo con i tempi in un’ottica di continuo aggiornamento tecnologico. Un aspetto, questo, che rappresenta un’importante garanzia anche per il futuro».
Le nuove dotazioni si inseriscono infatti in un percorso di progressivo ammodernamento a seguito del quale già da 2-3 anni l’attività chirurgica dell’Unità Operativa di Urologia di Arzignano viene eseguita in gran parte mediante tecnica laparoscopica, una metodica “mininvasiva” che consente notevoli vantaggi per i pazienti: l’assenza di significative perdite di sangue, un decorso post-operatorio pressoché indolore, una ridotta degenza ospedaliera e una più rapida ripresa delle attività quotidiane. Inoltre, proprio grazie a questi vantaggi, tale metodica consente di eseguire interventi importanti anche in pazienti molto anziani.
«Già nel 2015 – spiega il dott. Alessandro Ruffato, direttore pro tempore dell’UOC di Urologia dell’Ospedale di Arzignano – ci eravamo dotati di un unico sofisticato sistema televisivo ad alta definizione (SPIES) per l’attività chirurgica laparoscopica, per l’endoscopia e l’endourologia. Complessivamente lo scorso anno sono stati eseguiti 108 interventi per via laparoscopica. Evidentemente anche l’utenza aveva avuto modo di notare e apprezzare la nostra attività, visto che alcuni imprenditori locali avevano deciso spontaneamente di avviare un’iniziativa benefica a favore dell’urologia e contribuire così al suo potenziamento tecnologico. Il progetto si è concretizzato questo Natale e l’entità della donazione ha permesso l’acquisizione di ben quattro apparecchiature tecnologicamente molto avanzate».
Per gli interventi in laparoscopia…
Due di esse hanno lo scopo di integrare e implementare la strumentazione già in uso acquistata nel 2015 dall’Ospedale, rendendo ancora più precisa ed efficace la tecnica laparoscopica. Si tratta di un braccio robotico per guidare la telecamera durante l’intervento e di un sistema televisivo di ultima generazione in 3D compatibile con la colonna laparoscopica in uso. Più in dettaglio, il braccio robotico consente la movimentazione della telecamera durante gli interventi laparoscopici garantendo la stabilità dell’immagine, permettendo all’operatore di guidare direttamente la telecamera all’interno dell’addome grazie a dei comandi montati sugli strumenti in uso; quindi non richiede la presenza di un altro operatore addetto alla movimentazione della telecamera durante l’intervento, né viene coinvolto l’assistente, che può così usare contemporaneamente due strumenti chirurgici per aiutare l’operatore. Il braccio robotico consente così di ridurre il numero di operatori necessari per eseguire interventi anche complessi, e rende più semplice la fase di apprendimento della tecnica laparoscopica.
Il sistema televisivo in 3D invece, frutto della donazione dell’azienda Sicit, grazie alla visione tridimensionale facilita notevolmente il lavoro del chirurgo perchè migliora la risoluzione e la definizione delle strutture anatomiche, consentendo movimenti più rapidi e precisi. Le immagini tridimensionali magnificate dei piani anatomici risultano infatti più evidenti che in chirurgia aperta, consentendo così di operare con maggiore sicurezza.
…e per la diagnosi del tumore alla prostata
Le altre due nuove dotazioni acquistate sono un nuovo ecografo e un software particolare per eseguire la biopsia prostatica, migliorando la diagnosi del tumore della prostata, per il quale al “Cazzavillan” si registrano circa un centinaio di nuovi casi l’anno. In particolare, la nuova apparecchiatura permetterà di eseguire biopsie prostatiche in modo mirato, integrando le immagini della risonanza magnetica e dell’ecografia. E a trarne un particolare beneficio saranno proprio i pazienti con i casi più delicati, nella quale la diagnosi risulta più incerta, consentendo di ridurre il numero di prelievi e di definire in modo molto più preciso la zona sospetta.

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