24 Maggio 2018 - 11.15

ARZIGNANO – Il profumiere Opali chiamato dall’architetto Gaetano Pesce per la sua mostra

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Arriva a Padova “Il Tempo multidisciplinare”, la mostra del guru del design di Broadway Gaetano Pesce. Dal 23 maggio al 23 settembre, infatti, Palazzo della Ragione ospita la retrospettiva dedicata all’architetto, artista e designer Gaetano Pesce. All’interno del progetto espositivo c’è anche un po’ spirito arzignanese, o meglio, profumo. Nella mostra infatti è presente anche un’opera olfattiva realizzata da Leonardo Opali, l’ormai famoso profumiere arzignanese. Dopo l’esposizione al Museo del ‘900 a Firenze curata da Vittorio Sgarbi, ecco una seconda mostra dove l’olfatto è utilizzato dall’Architetto Pesce per dare polisensorialità alle sue provocazioni e ai suoi oggetti di design, che sono vere e proprie opere di arte moderna. Anche la realizzazione profumata rompe gli schemi ed è un vero e proprio esperimento polisensoriale, ancor prima che una provocazione olfattiva. Opali è stato chiamato dal maestro Pesce in persona, proprio in virtù della sua esperienza come profumiere ed esperto di olfatto, per dare polisensorialità alle provocazioni e agli oggetti di design dell’artista. Dopo aver ricevuto carta bianca dall’Architetto, Leonardo Opali ha realizzato un odore corporale accuratamente bilanciato per avere effetti molto variabili da persona a persona: “Due persone su 20 lo troveranno irresistibile – spiega Opali – è un interessante test da fare con gli amici. Il secondo meccanismo è la contaminazione polisensoriale: se viene presentato come un profumo urbano, aumenta il numero delle persone che lo trovano interessante, se viene presentato come odore di ascella, la percentuale di gradevolezza diminuisce, anche tra le persone esperte di profumi. Questo sta a dimostrare – spiega Opali – che in realtà l’olfatto lo possiamo elaborare con diverse parti del cervello in funzione di altri sensi come la vista e l’udito”. Questo stesso esperimento di contaminazione polisensoriale è stato fatto in altre 3 occasioni da Leonardo Opali e tutte e tre le volte la medesima profumazione è stata recepita molto diversamente a seconda di come veniva presentata.

 

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