13 Dicembre 2019 - 10.06

Animali selvatici e dove salvarli

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di Anna Roscini

Volpi, tassi, caprioli, faine, donnole, lepri, ghiri, talpe e ricci. Non sempre è necessario salire in alta quota per vedere animali selvatici, alle volte basta addentrarsi nei boschi più vicini alla città. Sono tantissimi gli animali che popolano i Colli Berici e che, se siamo abbastanza fortunati e silenziosi, possiamo incontrare durante una camminata. Trovarsi faccia a faccia con un animale in libertà è senz’altro un’esperienza emozionante, ma non priva di rischi. Non solo per noi, ma anche per gli animali stessi. Ne parliamo con Bertillo Conte, presidente dell’associazione Difesa Natura 2000 Colli Berici Onlus di Villabalzana che, grazie al lavoro di volontari e all’assistenza di veterinari specializzati, si occupa proprio del recupero di animali selvatici.

Quando è nata l’associazione e con quali obiettivi?
«L’associazione è nata nel 2016. L’obiettivo principale è sempre stato quello della salvaguardia della natura dei Colli Berici, con interventi di riqualificazione e ripristino ambientale allo scopo di favorire la conservazione della biodiversità, il ripristino degli habitat per la salvaguardia delle orchidee spontanee e la creazione di un centro di recupero per gli animali selvatici. Oltre a ciò, abbiamo lavorato per salvaguardare i castagneti dei Colli Berici attraverso la lotta biologia, ovvero inserendo un insetto antagonista del cinipide galligeno del castagno (mosca cinese), con la collaborazione della dottoressa Colombari dell’Università di Padova. I castagni ora sono salvi e questo era importante, non solo per il frutto, quanto per il miele di castagno che ormai sta scomparendo. Morendo il castagno, scompare anche il miele visto che, tra l’altro, le api hanno già altri problemi di vario genere».

Quali e quanti interventi in questi primi anni di attività del Centro Recupero Animali Selvatici?
«
Facciamo circa cinquanta interventi annui sui mammiferi, in modo particolare sui caprioli. Molti di questi riusciamo a salvarli, con l’assistenza di veterinari specializzati. Una volta che gli animali in difficoltà raggiungono il completo recupero, vengono reintrodotti in natura. Riceviamo poi spesso degli uccelli passeriformi che vengono sequestrati dai carabinieri forestali ai cacciatori, perché detenuti in modo irregolare. Al C.R.A.S. vengono detenuti in voliere fin tanto che il GIP non ci dà l’autorizzazione alla loro liberazione e poi li liberiamo. Solo quest’anno ne sono passati un centinaio».

Parliamo della fauna dei Colli Berici. Quali animali selvatici possiamo incontrare?
«Incontriamo il capriolo, che è facile da vedere anche se quest’anno, purtroppo, c’è stata una forte moria dovuta al diffondersi di una parassitosi all’interno del loro stomaco. Ne abbiamo raccolti più di un centinaio morti per abomasite. Sicuramente, quindi, avranno un calo. Possiamo poi incontrare il tasso, la volpe e, purtroppo, anche i cinghiali. Questi animali stanno creando notevoli danni all’ecosistema e alle biodiversità, oltre che alle attività agricole che sono comunque importanti. Nel versante di Costozza e Lumignano stanno devastando i siti delle orchidee selvatiche, ma creano anche danni idrogeologici perché continuano a rovesciare il terreno nei prati. Purtroppo la Provincia non ha, secondo me, adottato i sistemi corretti per l’eradicazione, in quanto si è affidata quasi sempre agli abbattimenti con i fucili, mentre è auspicabile che vengano instaurati recinti e chiusini di cattura. Se vengono attuate le procedure più consone, sicuramente il numero dei cinghiali si abbasserà notevolmente».

Quali sono i maggiori pericoli per gli animali che abitano nei nostri colli?
«
Ci troviamo molto spesso a lavorare con i piccoli di capriolo. Nel momento degli sfalci dei prati, i cuccioli stanno immobili nell’erba. Le falciatrici che adesso, al contrario di una volta, corrono a velocità pazzesche, li sfalciano. Solo quest’anno, tra vivi e morti, ne abbiamo raccolti quasi settanta. Il cucciolo che viene salvato, se ha tutte e quattro le zampe a posto, una volta guarito viene reintrodotto in natura. Qualche animale che ha tre zampe invece rimane al Centro: abbiamo a disposizione tre ettari e mezzo tra boschi e prati. Non bisogna poi dimenticare gli incidenti stradali: solo venerdì sera abbiamo fatto due interventi per investimenti».

Che cosa fare se si incontra un animale in pericolo?
«La prima cosa da fare è chiamare la polizia provinciale, però solitamente rispondono dalle 7:00 alle 19:00. Diversamente, si può chiamare anche la nostra associazione al numero: 335493302».

Progetti futuri?
«
Siamo sicuramente felici che nel corso del 2019 ben ottocento ragazzi, soprattutto dei centri estivi, siano venuti a visitare il C.R.A.S. Per quanto riguarda invece il futuro, ci piacerebbe espanderci nell’area ex militare qui vicino: si tratta di sette ettari e mezzo. Abbiamo in progetto la creazione di un centro diurno per disabili dove, oltre ad accogliere questi ragazzi, vorremmo creare un forno con il pane e tutta una serie di prodotti locali provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. Il C.R.A.S. verrebbe quindi ampliato, con la possibilità di avere più spazi anche per altri animali.Ci piacerebbeinserire degli asini per la pet therapy. Dal 24 gennaio poi proporremo, in collaborazione con i “Segreti dei Berici” e la Pro Loco di Arcugnano, una serie di serate che riguardano la natura, dai cambiamenti climatici (24 gennaio) al mondo delle api con Paolo Fontana (8 maggio), per un totale di otto incontri».

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