28 Gennaio 2019 - 15.17

Alimenti: finalmente l’etichetta in chiaro

“È una grande vittoria per agricoltori e consumatori il via libera all’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale, consentire scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combattere il falso made in Italy”. È quanto affermano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù, nell’esprimere apprezzamento per l’approvazione, nelle Commissioni Lavori pubblici ed Affari costituzionali del Senato, dell’emendamento “Made in Italy”, che dispone l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti nel DL semplificazione.

La norma consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti, come richiesto dal 96% degli italiani che hanno partecipato all’ultima consultazione pubblica del Ministero delle Politiche Agricole.

“L’obiettivo – sottolineano Cerantola e Palù – è quello di dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti finora nascosta ai consumatori, ma anche di tutelare l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro”.

Con questo provvedimento sarà possibile portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti in una situazione in cui ad oggi, grazie alla mobilitazione della Coldiretti, sono stati fatti molti passi avanti per quanto concerne l’informazione ai consumatori. Purtroppo, però, ancora un quarto della spesa resta anonima.

“Con questo provvedimento l’Italia si pone all’avanguardia in Europa nella battaglia per la trasparenza dell’informazione ai consumatori. Ricordiamo che l’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti – concludono Cerantola e Palù – è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2001, dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina, per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti anche grazie al pressing della Coldiretti, ma resta l’atteggiamento incerto e contraddittorio dell’Unione Europea, che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova, ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca, ma non per i salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi e le marmellate, per il miele, ma non per lo zucchero”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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