26 Aprile 2017 - 0.05

Alessandra Moretti insultata: Bulgarini la difende, lei risponde su FB

Il vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini prende le difese di Alessandra Moretti su FB, dopo che sui social era partito un linciaggio vero e proprio contro l’esponente PD per una sua affermazione errata durante un programma TV. E la Moretti risponde dopo il grande gelo tra i due seguito alla vicenda del viaggio in India della Consigliera regionale stessa (che comunque bacchetta Bulgarini).
“Come forse qualcuno ricorderà, non ho esitato tempo fa a criticare pubblicamente Alessandra Moretti” scrive il vicesindaco. “In generale, trovo che il suo modo di fare politica sia molto lontano da quello di cui credo invece abbiamo oggi più che mai bisogno.
Ma stamani, incrociandola alla Festa della Liberazione, mi sono vergognato molto, perché mi sono reso conto di non aver detto una parola a proposito delle ripugnanti aggressioni sessiste che ha subito nei giorni scorsi. E che non in molti lo hanno fatto. Qualcuno mi ha detto: “sì, ma certo anche lei facendo quella gaffe in tv”… E non riesco a immaginare un modo per completare questo pensiero che non sia implicare che se la sia in qualche modo cercata.
Se non capiamo che, a prescindere da qualsiasi ragione o torto, non è concepibile reagire così, commentare così, insultare così, allora ce la meritiamo la fine del mondo. Se non impariamo a porre un limite, e a pretenderne con intransigenza il rispetto, possiamo salutarla la nostra bella civiltà.
I trogloditi che hanno aggredito Alessandra sulla sua pagina FB hanno diritto di espressione? Io penso che non dovrebbero avere più neppure il diritto di voto. Perché quando uno si esprime in certi termini, sta solo sfogando il proprio odio per una persona non in quanto esponente politica di un partito ma in quanto donna. Proprio come quelli che in America attaccavano Obama chiamandolo “negro di merda” (lo scrivo esplicitamente, perché il male va guardato negli occhi) erano molto semplicemente razzisti (di merda), non cittadini preoccupati della riforma sanitaria.
E così alla cerimonia in piazza ero piuttosto triste, perché pensavo che come società disonoriamo la Liberazione, e un sacco di altre cose, tollerando i più beceri pregiudizi e i peggiori demoni.
Alessandra Moretti è una donna di successo, va in TV spesso, fa politica nazionale. QUESTO, e non le sue gaffe o certe uscite discutibili, fa infuriare gli animali che l’hanno aggredita in questo modo. Le gaffe o gli errori sono solo l’alibi che usano per poterle vomitare contro le tonnellate di bile che hanno dentro.
Quindi io mi scuso con lei per non averle offerto prima la mia solidarietà. Magari non se ne farà nulla, ma tacere quando accadono queste cose ci rende complici. E allora rimedio postando l’immagine che lei stessa ha coraggiosamente pubblicato, quella di alcuni degli aggressori che sono, niente meno, gli squadristi del nostro tempo”.

“Desidero rispondere e ringraziare pubblicamente il Vicesindaco di Vicenza per avermi espresso solidarietà per la campagna d’odio e violenza che sto subendo in questi giorni sui social” scrive sempre su FB Alessandra Moretti.
“Caro Jacopo, ti ho sempre ritenuto un uomo intelligente e anche oggi ne hai dato prova.
Il mio modo di fare politica lo conosci bene perché quando ero Vicesindaco di Achille hai avuto un ruolo che è andato ben oltre a quello di Capo di Gabinetto. Hai cioè partecipato a tutte le giunte e spesso hai condiviso proprio con me la politica sulla scuola e sui giovani di cui avevo delega. Sono stati cinque anni fondamentali per la mia preparazione e per la mia impostazione politica: ho cioè imparato a guardare oltre al consenso immediato che potevo ricavare e costruire invece una prospettiva di lungo periodo che consentisse di migliorare la qualità della vita dei cittadini di Vicenza. Ho cioè intrapreso, sempre grazie alla fiducia del Sindaco, politiche amministrative che sono diventati esempio anche a livello nazionale: penso alle politiche di integrazione dei bambini stranieri nelle nostre scuole (progetto pilota in tutta italia); penso al primo centro di documentazione pedagogica che ancora oggi vede attivi decine di laboratori e sportelli gratuiti per i bambini e le famiglie, grazie ai professionisti volontari; penso alla dieta mediterranea introdotta nelle mense scolastiche; penso al Festival Rock e al progetto “Meno alcool più gusto” e a tante altre iniziative che abbiamo condiviso. Nel 2012 (un anno prima della fine della legislatura) divento portavoce nazionale di Bersani: giro l’Italia e per i tre mesi di impegno nazionale, RINUNCIO ALLO STIPENDIO DA AMMINISTRATORE. Quella scelta, che pochi ricordano come spesso succede per le cose positive, l’ho condivisa con te, ricordi?
Divento quindi deputato nel febbraio del 2013 e tu qualche mese dopo, vieni nominato vicesindaco. Inizi anche tu a metterci la faccia, a prenderti le critiche (magari ingiuste ma legittime) e a capire cosa significhi fare politica e quale sia il prezzo che chi sceglie questa missione spesso deve pagare.
Io nel frattempo entro in commissione giustizia (non dimentico mai di essere un avvocato) e sono relatrice del disegno di legge sul Divorzio breve, approvato nel 2014. Deposito varie proposte legislative tra cui quella sulla “Tutela della dignità in internet” che mi ha portato a collaborare spesso con la Presidente Boldrini, anche lei uno dei bersagli preferiti dei cosiddetti “leoni da tastiera”.
Il PD mi candida alle europee: divento parlamentare europea con oltre 231000 preferenze. Mi impegno nei mesi successivi nelle tematiche della parità di genere. Dopo 8 mesi il partito mi chiede di fare le primarie per la candidatura a Governatore del Veneto. Ricordo la conferenza stampa fatta insieme ad Achille sotto la Loggia del Capitaniato e anche in quella occasione (per me molto importante) eri presente anche tu.
Vinciamo le primarie con il 66% di preferenze (oltre 24000 voti) e affronto così la campagna elettorale più dura della mia carriera: 579 comuni in 100 giorni.
Scelgo, anche qui per dare un segnale di coerenza in realtà poco riconosciutomi, di dimettermi 4 mesi prima da parlamentare EU (cosa mai vista nella storia della repubblica) e impegnarmi solo per il Veneto. Una campagna che i miei colleghi (gli stessi che mi pregavano perché mi candidassi) hanno poi definito KAMIKAZE.
Da quasi due anni sono consigliera regionale, con uno stipendio di un terzo rispetto a quello che percepivo in Europa e in Parlamento. Continuo a battermi per rendere questa regione più civile, più accogliente, più innovativa rispetto ad una cultura spesso retrograda. Lo faccio con mozioni e proposte di legge come quella sull’Obbligo vaccinale; sulla doppia preferenza di genere; sugli sportelli antiviolenza nei pronto soccorso; sul diritto all’allattamento nei locali pubblici; sull’autorità anti corruzione per le opere pubbliche….
Dopo la sconfitta alle regionali mi sono rialzata con fatica: su di me si è scritto e detto di tutto per mesi; anche che ero la candidata sbagliata e che il PD aveva perso per colpa mia. Ho accettato le critiche e ho continuato a lavorare, spesso con l’amaro in bocca nel vedere che chi fino al giorno prima era con me, mi aveva girato le spalle e non mi cercava più.
Chi fa politica sa che si può vincere e si può perdere; sa che quando si vince lo si fa tutti insieme e quando si perde, a perdere sei solo tu…la cosa importante è sapersi rialzare più forti di prima.
Ho imparato di più dalle sconfitte che dalle vittorie ed ho anche imparato che nei momenti di difficoltà un politico è molto solo.
Vedi Jacopo, mi sono dilungata perché volevo, propri oggi 25 Aprile, risvegliare la tua memoria affinché tu possa ricordare che Alessandra non è solo la donna di successo che va in TV, ma è prima di tutto il politico con il quale hai condiviso moltissime delle scelte intraprese per la città: scelte di cui ancora oggi nelle scuole di Vicenza si vivono gli effetti a mio avviso positivi.
Poi certo, ci sono gli strafalcioni, qualche gaffe o qualche uscita poco azzeccata. Non credo di essere l’unica a commetterne; forse sono tra i pochi ad avere costantemente addosso una forte pressione mediatica che tuttavia per il nostro mestiere deve essere giudicata positivamente.
Ti regalo su questo una mia “perla” di saggezza: “chi corre spesso cade; chi striscia non cade mai”.
Questo per dire a te e a chi ha la pazienza di leggermi, che chi si espone può commettere degli errori e che anche in politica sta meglio chi vive nell’ombra del partito o del movimento cui appartiene. Ma tu mi conosci e sai bene quale è il mio modo di fare politica.
Per questa ragione sono rimasta a dir poco delusa dalla tua presa di posizione sulla triste vicenda del mio viaggio in India. Delusa e amareggiata dal fatto che tu non ti sia preoccupato di chiamarmi e di accertare come erano andati veramente i fatti, prima di fare dichiarazioni e accuse così pesanti e gravi nei miei riguardi.
Se mi avessi chiamata avresti saputo che io non ho mai mentito nè ho chiesto nessun permesso per malattia. Avresti saputo che mi sono ammalata qualche giorno prima di partire e che lo avevo semplicemente comunicato ai colleghi. Avresti saputo che stavamo discutendo di bilancio da dieci giorni e che mi ero assentata per 4 giorni al pari di Zaia e di Berti. Avresti saputo che il bilancio, una volta rientrata, lo avevo votato insieme a tutto il gruppo.
Quindi, di cosa parli quando fai riferimento a qualche uscita discutibile o a qualche gaffe?
A quella su lady like? Solo perché ho detto (sbagliando perché la sincerità non paga mai) che mi faccio la piega ogni settimana? Cioè faccio quello che quasi tutte le donne e gli uomini fanno, compreso probabilmente tu?
La gaffe sul topo? Perché non si è capito forse che si è trattato di uno svarione? Il primo tra l’altro che commetto dopo anni che mi misuro con la “tensione della telecamera”.
Ma ti pare normale che in questo strano mondo in cui viviamo, si ricordino le stupidaggini anziché le cose importanti che uno fa? Ti pare normale che un qualsiasi deficiente che scrive sui social ha più autorevolezza di uno scienziato o di un ricercatore che si occupa di vaccini da trent’anni? Ma ti pare normale, che di fronte a uno che non la pensa come te si scateni la violenza verbale che arriva a minaccia e insulto?
E infine, ti pare normale che non ci sia più la solidarietà tra noi, il rispetto del ruolo, della storia, delle esperienze fatte insieme, di quel senso di comunità che si è perduto di fronte alla voglia di apparire per una dichiarazione o foto sul giornale?
Perché i valori e i principi del centro sinistra (lo dico anche agli amici grillini) si praticano con i gesti e con i fatti, non con le parole. E io nella mia esperienza politica ho sempre cercato di applicarli nel concreto. E l’ho sempre fatto nonostante le cattiverie e le menzogne che molti mi hanno vomitato addosso. Ma, da nipote di un partigiano, ho resistito e continuo a combattere e a lavorare con spirito di servizio, cercando di dare esempi di umanità e di coerenza rispetto ai valori in cui crediamo magari rinunciando a posizioni privilegiate o stipendi importanti.
Per queste ragioni e proprio perché tu sai chi è Alessandra anche al di là del ruolo che ricopre, desidero ringraziarti pubblicamente per la posizione che hai voluto manifestare e che sinceramente non mi aspettavo.
E mi auguro davvero che questo nostro scambio di opinioni rispettoso, al di là dello stile che ognuno di noi ha di fare politica, possa essere l’esempio di cosa deve tornare ad essere la politica: un confronto vero e leale sul merito delle questioni senza mai scadere negli aspetti personali o privati.
I cittadini non chiedono di essere amministrati da degli “sputa sentenze” o da dei “castigatori”.
I cittadini pretendono la soluzione ai loro problemi; i cittadini desiderano politici normali, capaci di un sorriso paziente di fronte ai loro sfoghi e alla loro rabbia.
La politica mi ha insegnato la cosa più bella: il contatto con le persone e la loro umanità; mi ha insegnato ad essere sempre me stessa con tutti i miei limiti e le mie contraddizioni. Perché la gente vuole essere rappresentata da persone normali: e la normalità significa anche conservare la capacità di ammettere dove si è sbagliato e a chiedere scusa. Non ti devi quindi vergognare di nulla perché a vergognarsi devono essere quelli che stanno in silenzio e che magari pensano: “se l’è cercata…”

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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