8 Ottobre 2018 - 16.55

Ad Arzignano 1100 disoccupati, a Lonigo e Valdagno 850

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ANALISI DELLE DINAMICHE DEL MERCATO DEL LAVORO UNDER 30 NEI COMUNI DEL DISTRETTO OVEST DELL’ULSS 8 BERICA

Questa fotografia del mercato del lavoro degli Under 30 nel territorio del Distretto Ovest dell’Ulss 8 Berica è introduttiva a un progetto territoriale di Confartigianato Vicenza (GENERAZIONI: vedi articolo) per accompagnare, facilitare ed inserire giovani under 30 sia nella conduzione che nel lavoro dipendente nelle aziende artigiane di questo territorio.

LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Il numero più elevato, come è naturale data la maggiore popolosità, si legge nel CPI di Arzignano, con circa 1.100 disoccupati, ed a seguire Lonigo e Valdagno attorno a quota 850. I valori complessivi per il Distretto Ovest, pari a circa 2.800 disoccupati Under 30, evidenziano una situazione migliore per l’area rispetto alla provincia, con una incidenza dei disoccupati sulla popolazione giovane intorno all’8%. I dati provinciali mostrano invece oltre 12 mila giovani disoccupati, circa il 10% della popolazione con un tasso che potrebbe avvicinarsi al 20%.
Più donne che uomini 55% a 45%, in linea con i dati territoriali ma anche nazionali che vedono una maggiore difficoltà delle donne, anche in età precoce, ad inserirsi nel mercato del lavoro. Circa un quarto dei disoccupati sono di cittadinanza straniera, ma il dato generale è spinto verso l’alto dall’area di Arzignano, dove si sfiora il 30%, circa 10 punti percentuali in più rispetto agli altri CPI.
La distribuzione dei disoccupati rispetto al titolo di studio riflette in linea generale la composizione della popolazione giovane, con un minore possesso, e dunque incidenza della disoccupazione, di lauree (11%) ed una componente relativamente prevalente nel diploma superiore di 4-5 anni (44%).
Oltre un quarto dei disoccupati nel Distretto Ovest si è fermato alla licenza elementare o media o addirittura non ha alcun titolo di studio, sono quasi sovrapponibili infatti ai giovani stranieri.
Due sono dati preoccupanti: il primo è relativo a quella che viene definita normalmente come disoccupazione di lunga durata, ovvero quella superiore a 12 mesi. Nel distretto quasi la metà (44%) dei ragazzi è in questa condizione. Il secondo dato fa riferimento al motivo per cui si è entrati nelle liste dei CPI: solamente poco più di un terzo è inoccupato, ovvero alla ricerca del primo lavoro, mentre il 64% ha perso un lavoro e la metà di questi un “lavoretto” durato meno di 6 mesi.

LE DINAMICHE GENERALI

In tutto il periodo della crisi economica ed occupazionale, anche nell’ annus horribilis 2009, il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro dipendente per Under 30 nel Distretto Ovest della provincia di Vicenza è sempre rimasto positivo. Il picco è stato toccato nel 2015, con un valore pari a 2.295 contratti, grazie all’incremento del 21% nelle assunzioni.
In linea generale, circa 7 assunzioni su 10 nel Distretto riguardano giovani di nazionalità italiana, con punte più “autoctone” a Valdagno (77% di italiani) e più “cosmopolite” ad Arzignano (40% di stranieri assunti sul totale nel 2017).
A livello settoriale, negli ultimi anni sembra aumentata la quota di assorbimento di lavoratori giovani da parte dell’industria e artigianato, che oggi rappresenta oltre il 60% di tutte le assunzioni del Distretto (51% nel 2008) e quasi il 70% nel CPI di Arzignano, seguita dai servizi (una assunzione su tre, sei punti percentuali in meno rispetto al pre-crisi).
La dinamica decennale mostra un trend di crescita quasi costante delle assunzioni nell’ industria dal 2012 ed è l’unico settore che non è entrato in territorio negativo con la fine degli incentivi.

SALDI TRA ASSUNZIONI E CESSAZIONI

I saldi la dinamicità del mercato del lavoro non solo in termini di quante opportunità lavorative riesce a creare ma anche sulla capacità di mantenerle, espandendo dunque la base lavorativa in termini di effettivi nuovi posti di lavoro. Questa analisi è possibile esaminando i saldi delle posizioni lavorative, determinate dalla differenza tra assunzioni e cessazioni per le differenti caratteristiche:
• Il centro per l’Impiego che ha reagito meglio al termine degli incentivi è stato certamente quello di Lonigo, che ha perso meno terreno nel 2016 ed è l’unico che nel 2017 si è riportato su saldi più elevati di quelli del 2015. A beneficiare, invece, maggiormente della decontribuzione sono stati i ragazzi di Valdagno, con i saldi passati da 215 posizioni del 2014 a 475 del 2015.
• Sebbene evidenzino una minore spinta sul fronte delle assunzioni, il saldo con le cessazioni porta a rilevare una situazione migliore per le donne rispetto che per gli uomini: lo shock positivo del 2015 ha infatti più che raddoppiato il saldo per le donne, molto meno per gli uomini, ed anche lo shock negativo del 2016 ha pesato meno per le donne.
• Sul fronte della cittadinanza, se nel 2015 gli italiani hanno visto salire i saldi (da 955 a 1.855) un po’ più degli stranieri, ed hanno anche sofferto meno della flessione del 2016, nel 2017 rimangono al di sotto del valore del 2015 (1.805) mentre gli stranieri hanno già recuperato tutto il terreno perso.

TIPOLOGIE CONTRATTUALI

• Il dato certamente più interessante in questa fotografia è quello relativo alle tipologie contrattuali, ed in particolare il tempo indeterminato: dal 2008, infatti, il saldo dei contratti stabili per i giovani è sempre stato negativo, con la punta più bassa nel 2009 (circa -500) al quasi annullamento del 2012. Ma nel 2015 il saldo grazie agli incentivi arriva a quota +935, un risultato che però viene subito annullato nel biennio successivo, con un -200 del 2017 che fa tornare indietro di cinque anni. Va però detto che nel primo trimestre del 2018 il saldo dei contratti a tempo indeterminato è tornato in leggero territorio positivo.
• Le due tipologie contrattuali che hanno “beneficiato” della fine degli incentivi al tempo indeterminato sono l’apprendistato ed il tempo indeterminato, in particolare quest’ultimo, con saldi quasi triplicati nel 2017 rispetto al 2015 (1.340). Ma anche l’apprendistato, dopo un appannamento fino al 2013 ed una ripresa nel 2014 poi ridimensionata nel 2015 ha ripreso appeal, con il saldo dei contratti nel 2017 che sale a quota 785, il valore più elevato degli ultimi 10 anni. I contratti in somministrazione, invece, viaggiano su saldi più contenuti, sempre positivi nell’ultimo quinquennio, poiché naturalmente soggetti a dinamiche di attivazione e cessazione più rapide.
• Guardando ai titoli di studio, si può sicuramente dire che raggiungere un livello di istruzione più elevato “paga” sia in termini di opportunità di ingresso nel mercato del lavoro che in termini di “permanenza”: infatti, diplomi di 4-5 anni e soprattutto le lauree hanno saldi più consistenti e stabili nel corso dell’ultimo decennio rispetto ai titoli di studio meno elevati, sebbene dopo la fine degli incentivi 2015 non hanno ancora, nel 2017, recuperato i livelli precedenti.
• Per quanto riguarda i settori di attività, tralasciando l’agricoltura che ha saldi, seppure positivi, minimi, troviamo tre trend molto diversi: l’industria ha subito un forte ridimensionamento dei saldi dal 2008 e solo gli incentivi del 2015 hanno riportato in alto i valori, al di sopra di 1.500 contratti, che nonostante la discesa del 2016 recuperano terreno nel 2017. I servizi sono rimasti più costanti, a parte la “mini recessione” del 2013 e la diminuzione dei consumi che hanno ridotto di molto i saldi, ma nell’ultimo triennio i valori sono rimasti quasi costanti al di sopra delle 700 posizioni lavorative. Molto male, invece, le costruzioni, quasi sempre in negativo nell’ultimo decennio, appena positive nel 2016 e nel 2017 ma certamente non in un sentiero di recupero del terreno perso.

TRASFORMAZIONI CONTRATTUALI

A differenza di quanto emerso esaminando la attivazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, che vedevano dati costantemente negativi nell’ultimo decennio a parte il ben noto 2015, il trend delle trasformazioni contrattuali si è mantenuto discreto in tutti gli anni della crisi, con qualche segno di “sofferenza” solo nel 2014 e la discesa delle trasformazioni intorno a quota 800. Il 2015 in questo senso ha sicuramente fornito un importante contributo, portando il valore al massimo storico di quasi 1.400, ma che si è poi riassestato sui valori precedenti nel 2017.
La ripresa dell’appeal del contratto di apprendistato negli ultimi anni ha riequilibrato una proporzione di trasformazioni che negli ultimi anni prima degli incentivi vedeva un rapporto 40% / 60% verso le trasformazioni di contratti a tempo determinato. Per questi ultimi è evidente l’effetto degli incentivi sulle decontribuzioni del 2015: le trasformazioni da tempo determinato nel Distretto Ovest passano da meno di 400 a più di 800, un mutamento decisamente inferiore rispetto all’apprendistato, con trasformazioni salite a meno di 600 dalle poco più di 400 del 2014.

Appendice: l’Ambito di analisi

L’analisi dei dati sul mercato del lavoro Under 30 è focalizzata sul il Distretto Ovest dell’ULSS 8 Berica, ovvero i comuni di Alonte, Altissimo, Arzignano, Brendola, Brogliano, Castelgomberto, Chiampo, Cornedo Vicentino, Crespadoro, Gambellara, Grancona, Lonigo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, Recoaro Terme, San Germano dei Berici, San Pietro Mussolino, Sarego, Trissino, Valdagno, Zermeghedo.
Purtroppo i Centri per l’Impiego del territorio considerato, unità statistica di base per fornire informazioni sul mercato del lavoro sub-provinciale, non si sovrappongono perfettamente al territorio di riferimento: il CPI di Lonigo, oltre ad Alonte, Grancona, Lonigo, San Germano dei Berici e Sarego, comprende altri 12 comuni. A livello di popolazione, i 5 comuni del Distretto Ovest rappresentano il 42% della popolazione complessiva dei comuni del CPI, ma va detto anche che comprendono anche due dei 3 comuni più numerosi. È facile ipotizzare dunque che, a livello di capacità di attrattività di imprese e mercato di lavoro sia in tali aree che si concentrino le maggiori occasioni di impiego e che dunque, nella impossibilità di operare ulteriori ipotesi, sia più che opportuni considerare nell’analisi l’intero CPI.

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