23 Settembre 2017 - 17.36

Acque del Chiampo: un impianto fuori dalla Valle ricompatta i sindaci

Il dibattito sul problema dello smaltimento dei fanghi da conceria parte da lontano nell’Ovest Vicentino e, fino a qualche giorno fa, ha visto scorrere tante idee, qualche progetto e soprattutto numerosissime polemiche. Di campanile, di tensioni con il distretto della pelle più importante d’Europa, di speculazioni politiche e di lobby. Ora, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea alla data del 21 settembre, si mette, finalmente, un punto fermo. L’impianto va individuato, ma quando si farà, si dovrà cercare un sito al di fuori del perimetro del cosiddetto Consiglio di Bacino, ossia oltre i dieci comuni soci di Acque del Chiampo (Arzignano, Lonigo, Montecchio Maggiore, Brendola, San Pietro Mussolino, Crespadoro, Altissimo, Montorso, Nogarole, Chiampo) e i due di Medio Chiampo (Montebello e Zermeghedo), le società pubbliche che gestiscono i rifiuti industriali del Distretto.
Il tema non interessa solo i sindaci e le due aziende pubbliche, ma anche il sistema produttivo dell’Ovest che da qualche tempo si trova con la spada di Damocle del rischio di non aver più un luogo in cui conferire i fanghi da conceria, attualmente collocati a Sogliano, in Emilia, ma con un meccanismo ad orologeria già partito che prevede la fine della capienza di quell’impianto di qui a pochi anni. Per questo serve una struttura, per questo bisogna trovare una soluzione al dopo Sogliano. Ora la macchina è partita, con due delibere di indirizzo approvate dai cda di Acque del Chiampo e di Medio Chiampo condivise dai sindaci, che mettono nero su bianco i nodi strategici del dibattito: l’impianto va individuato con una manifestazione di interesse, ma una volta scelto, dovrà essere realizzato fuori dal territorio, “già fin troppo antropizzato” – come ha dichiarato il vice sindaco di Montecchio Maggiore Gianluca Peripoli – “dell’Ovest Vicentino”.
“Abbiamo condiviso con i sindaci e con il mondo produttivo le direttrici di questo provvedimento ” sostiene il Consigliere Delegato di Acque del Chiampo SpA, Andrea Pellizzari “e siamo ad una svolta storica rispetto al problema dello smaltimento dei fanghi perché dopo tanti anni di discussioni si assicura un obiettivo, realizzare l’impianto fuori dal nostro territorio. Non per ragioni politiche o ambientali, ma anche per ragioni di gestione economico finanziaria, visto che il fabbisogno del Distretto è di molto inferiore alle necessità di volumi che un’opera di questo tipo richiede per stare in piedi. Un impianto che abbia senso risponde alle esigenze del nostro Distretto ma anche a quelle di altri”.

“Sono molto soddisfatto della svolta avvenuta” continua il sindaco di Montorso Antonio Tonello, azionista di Acque del Chiampo, “perché accade in coerenza con una storia che ci ha sempre visti orientati a sostenere le ragioni del territorio e quelle del mondo produttivo. Fissare l’biettivo di un impianto fuori dai nostri comuni può solo essere apprezzato. All’insediamento del CdA avevo delle riserve ed ho votato contro, ma oggi, alla luce di questi primi segnali così importanti, voterei a favore. Sono partiti bene”

“Apprezzo la scelta e la condivido fino in fondo. Per il nostro comune non ve ne erano di alternative e lo abbiamo dimostrato nel tempo” aggiunge il vice sindaco di Montecchio Maggiore, Gianluca Peripoli – “il nuovo CdA parte con una scelta di campo che tutela il territorio e risponde alle esigenze di futuro del mondo produttivo. Con la prospettiva di un sempre maggiore coinvolgimento dei comuni”

“Da sindaco di Chiampo e consigliere provinciale con delega all’Ambiente” conclude Matteo Macilotti “posso dire che si fa chiarezza su un tema tanto controverso e che anche la Provincia, oltre al comune di Chiampo che anche azionista, sta accompagnandolo convinta ente gli indirizzi dei due cda che hanno approvato il provvedimento”
“E’ una risposta importantissima al rispetto del nostro territorio” aggiunge il Presidente di Acque del Chiampo, Renzo Marcigaglia “ed il traguardo di impegnare tutti a collocare fuori l’impianto non ha controindicazioni”

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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