26 Gennaio 2021 - 11.29

Il Giorno della Memoria, ricordare per conoscere

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto.Venne scelto il 27 gennaio perchè in quel giorno del 1945 i carri armati dell’Armata Rossa, impegnati nella grande offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo non solo i sopravvissuti alla tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista per cancellare un intero popolo.Sono passati più di settant’anni da quell’immane tragedia, di cui ancora tanti negano l’esistenza, ma c’è un obbligo civile e morale di non lasciare che la polvere dell’oblio si posi su quegli avvenimenti, e quindi occorre tenerne viva la memoria, specie presso le generazioni più giovani.E ciò non solo per rendere giustizia agli ultimi superstiti, purtroppo sempre meno numerosi anno dopo anno, ma anche per aiutare a comprendere meglio le radici di quella metamorfosi, che Hitler, Himmler ed i capi del partito nazista riuscirono ad imporre ad un grande popolo come quello tedesco, trasformandolo in una banda di aguzzini. La Shoah costituisce la tragedia più grande del XX secolo, ed i campi di sterminio uno dei pozzi più neri della storia umana.Ed il livello di abiezione che si raggiunse in quei campi, sorti con lo scopo di cancellare non solo il popolo ebraico, ma anche Rom, omosessuali e dissidenti politici, fu tale che una delle sopravvissute ancora in vita, la senatrice Liliana Segre, nel suo ultimo intervento sulla Shoah dell’anno scorso ebbe a dire: “Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato, certe cose non sono mai riuscita a perdonarle”.Molto è stato scritto, grazie soprattutto alle testimonianze di chi è sopravvissuto, e molto forse resta ancora da scrivere.Ma io questo 27 gennaio lo voglio celebrare in un modo per certi versi “diverso”.Perchè in quelle immani tragedie che furono la seconda guerra mondiale e la Shoah ci furono gli aguzzini ed i persecutori, le vittime ed i perseguitati, ma anche milioni di uomini e di donne che si opposero alla barbarie nazista, e misero in gioco la propria vita sui campi di battaglia.Anche loro vittime del nazismo e della sua ideologia.Calcolare i militari morti nella seconda guerra mondiale è quasi impossibile, e ci si deve giocoforza basare su stime.Le quali ci dicono che su circa 54 milioni di morti, i soldati furono intorno ai 15 milioni.E come accennavo, forse con un’operazione ardita, in occasione di questo giorno della Memoria del 2021, ai 6 milioni di ebrei trucidati nei campi io voglio accomunare quei 15 milioni di giovani vite spezzate da una indicibile violenza, ragazzi cui credo dobbiamo un “immenso grazie” per il loro sacrificio, e per la libertà che ci hanno donato. E non sembri blasfemo l’accostamento, ma assieme ad Auschwitz, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Treblinka, luoghi divenuti sacri alla memoria dell’umanità, io voglio ricordare i cimiteri che accolsero quei ragazzi, che con il loro sacrificio testimoniarono il dovere di lottare contro l’inumanità del nazismo e del fascismo.E come giustamente portiamo molti ragazzi a visitare Auschwitz, analogamente dovremmo portarli ad esempio a visitare i cimiteri della Normandia.Cimiteri di guerra ce ne sono in tutta Europa, e tanti anche in Italia, ma chi come me ha avuto l’occasione, ed io penso anche il privilegio, di vedere i cimiteri di guerra sulla costa normanna, non lo dimenticherà mai.Uno in particolare rimane impresso, quello americano di Colleville-sur-Mer, proprio sulla spiaggia di Omaha Beach, una terrazza panoramica che regala al visitatore una visuale mozzafiato sull’oceano.E’ un luogo che non si può visitare senza provare un groppo alla gola, senza avere gli occhi umidi.Il perfetto ordine geometrico, il bianco candido del marmo delle 9.387 lapidi di cui 9.238 contraddistinte da croci e 149 da stelle di Davide, in forte contrasto con il verde dell’erba da cui sembrano spuntare, il colore dei fiori e l’azzurro del cielo e del mare, il silenzio interrotto solo dal sibilo del vento, che gonfia un’enorme bandiera a stelle e strisce, donano a questo luogo un profondo senso di sacralità.Sacralità che viene accentuata dalla cura e dall’ordine con cui questo cimitero viene mantenuto, e che testimonia il grande senso di rispetto per le tombe di questi caduti che riposano in questo lembo di Stati Uniti d’America in Francia, tutti rivolti verso ovest, verso una patria che non avrebbero più rivisto dopo essere arrivati in Europa.Analoghe atmosfere si possono trovare anche visitando il Bayeux War Cemetery, in cui riposano quasi 5.000 soldati provenienti da Paesi del Commonwealth britannico, ed il cimitero di guerra canadese di Beny-sur-Mer.Quando l’epidemia da Covid-19 sarà finita, e si potrà riprendere a viaggiare senza limitazioni, se qualcuno di voi andrà in Francia, oltre a Parigi ed altre note località, consiglio una visita a questi cimiteri di guerra. E’ una meta “diversa”, ma vi assicuro che vi lascerà un segno nell’anima!So bene che per qualcuno forse non sarà facile accettare il mio accostamento fra chi ha trovato la morte in una camera a gas, e chi invece in una spiaggia della Normandia.Ma se ci pensate bene è proprio l’efferatezza dell’ideologia nazista ad accomunare questi morti, coloro che sono stati privati di ogni dignità umana ed uccisi in un campo di sterminio, a coloro che sono partiti con la convinzione di fare ritorno presto a casa, ed invece hanno perso la vita, vedendo sfiorire la propria giovinezza ed i propri sogni in un campo di battaglia. Ecco perchè il 27 gennaio di quest’anno il mio pensiero si librerà da Auschwitz ai cimiteri della Normandia, perchè penso che in questo Giorno della Memoria non si possa dimenticare nessuno, sia le vittime della barbarie, sia coloro che si sono immolati per combatterla.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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