9 Ottobre 2019 - 11.42

56 anni fa la tragedia del Vajont. Zaia: “Da quei morti il monito alla buona politica”

E’ il 9 ottobre 1963 e sono le 22.39 quando nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont si consuma una delle tragedie che hanno lasciato il segno nel nostro Paese. Dalla costa del Monte Toc si stacca una frana lunga 2 chilometri e di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e terra. In circa 20 secondi la frana arriva a valle, generando una scossa sismica e riempiendo il bacino artificiale. La caduta della colossale frana nelle acque del sottostante bacino provoca una tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso con effetto di dilavamento delle sponde del lago. L’onda supera la diga provocando l’inondazione e la distruzione dei centri abitati del fondovalle veneto. Frana ed errori umani fanno contare 1918 morti. Da allora sono passati 56 anni ma il ricordo della catastrofe è ancora indelebile.

“Il 9 ottobre è una data, divenuta un monumento morale contro il più incauto e incosciente sfruttamento della natura da parte dell’interesse dell’uomo. È una ferita atroce e mai rimarginata nel cuore di molti nostri corregionali. È un monito affinché la politica sia buon governo, capacità di prevenire e intervenire creando condizioni di sicurezza e sia strumento essenziale per dare sempre garanzie di giustizia”. Questo il pensiero del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. “Non possiamo dimenticare quegli uomini e quelle donne che in pochi minuti persero la vita. E, con loro, tutti quelli che dopo la tragedia vissero nel dolore per i lutti, la perdita di affetti e di beni, magari trovando anche incomprensione e difficoltà nella legittima richiesta di giustizia – prosegue il Governatore -. Una richiesta che non ha mai trovato una risposta definitiva, aggiungendo rabbia e frustrazione in tante persone già così duramente segnate. Penso che una visita al Cimitero di Fortogna, almeno una volta, possa essere per noi amministratori non solo un atto di omaggio ma anche una forte spinta a riflettere su quale deve essere l’impegno responsabile verso i cittadini e il territorio”. “Ancora una volta sentiamo di essere in linea con gli Alpini – prosegue Zaia – ed in particolare con un loro slogan: ‘ricordare i morti, aiutando i vivi’. Tragedie come il Vajont sono state per il Veneto una lezione per acquisire una nuova cultura della prevenzione. La stessa tempesta Vaia che drammaticamente ha devastato le nostre valli dolomitiche ormai un anno fa, con la sua forza distruttrice senza precedenti, poteva aver esiti ancora più disastrosi in assenza delle opere di difesa e tutela che abbiamo portato a termine negli ultimi dieci anni e continuiamo a varare sistematicamente”.


VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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