REFERENDUM: la Grande Illusione Renziana sui costi della politica è un bluff

Tviweb

Qualcuno ha preso carta e penna ed ha fatto due conti sui risparmi dei costi della politica di cui si parla in queste settimane di campagna referendaria? Lo storytelling di Matteo Renzi e della sua Leopoldiana comunità racconta che il SI’ il 4 dicembre prossimo consentirà di chiudere la partita con i costi del bicameralismo perchè il Senato sarà rappresentato da consiglieri regionali e sindaci che avranno già la loro indennità dall’Ente di appartenenza, quindi finalmente sarà finita l’epoca della Casta. Un pezzo di verità, come ci ha abituati Renzie, che dimentica di raccontare quanto continuerà a costare Palazzo Madama, dimentica di dirci quanto continuerà a costare il Senato in termini di vitalizi, dipendenti e benefit ai consiglieri-senatori che avranno ben diritto a delle indennità di funzioni. Qualcun altro questo calcolo lo ha fatto, Lucio Malan, senatore di Forza Italia e questore di Palazzo Madama, che ha dichiarato i veri risparmi della riforma, insomma se passa il SI’ avremo un risparmio dell’8,8% rispetto ai costi attuali che ammontano, Bilancio 2016, a circa 550 milioni di euro, di cui l’80% circa è legato a indennità, vitalizi e personale. Sarebbe questa la grande scelta del Governo, replicare la farsa a cui abbiamo assistito nello scioglimento delle Province. Basta fare una piccola ricerca su Google per trovare i dettagli degli stipendi di commessi ed uscieri del Senato che costano come un dirigente d’azienda, costi che il Premier si è ben guardato dall’eliminare o trasferire. Il Senato del SI’ al referendum costerà meno di quello attuale, è vero, ben l’8,8% in meno, mentre la vera Casta, quella dei Dipendenti Pubblici Privilegiati, da non confondere con quella dei Dipendenti Pubblici Sfigati (insegnanti ad esempio), continuerà a prosperare e ad alimentare la Grande Illusione Renziana.